Crisi, crescita, troppi turisti, troppo pochi, prezzi troppo alti, servizi inesistenti…
Prosegue il dibattito circa la stagione turistica in corso sul territorio salentino, soprattutto alla luce dei rincari che si sono registrati quest’anno, in gran parte dei casi eccessivi rispetto al servizio offerto.
Sul punto interviene anche il gruppo territoriale del Movimento Cinque Stelle di Lecce, per voce dell’attivista Alberto Siculella: “La forte stagionalità dell’offerta ha creato precarietà ed incertezza: salari bassi, prezzi alti. È la turistificazione e qualcuno, nel tempo, ha consentito che si andasse verso questa direzione”.
Una critica, quella dei pentastellati, rivolta alla politica locale: “Il Salento vive da lungo tempo un turismo subìto e non amministrato, carente di una governance pubblica che dia un chiaro indirizzo al mercato, strumenti, risorse e linee guida per gestire flussi, ottimizzare i servizi, pianificare gli investimenti. Ed è nel caos che si presta il fianco a gruppi di potere che hanno privatizzato e logorato il turismo, con la nascita e l’espansione di realtà utili solo a dinamiche predatorie.
La politica si è limitata ad ordinanze scriteriate che oggi penalizzano l’immagine, il commercio e la vivacità di una terra rinomata per uno stile di vita frizzante e dinamico”
Siculella, consulente marketing ed esperto di turismo, volge poi lo sguardo in particolare su Lecce, sottolineando come la città “sembra ostaggio del narcisismo della politica cittadina che si specchia su iniziative di facciata, che si infrangono contro la turistificazione del centro storico e una mancata evoluzione di un modello che si presta sempre più a interessi privati.
Infatti, fa sapere il Movimento, che “A meno di un anno dalle prossime elezioni comunali, l’Amministrazione Salvemini ha deliberato un affidamento diretto dal valore di 50mila euro a una società per la redazione di un piano che varrà per il quinquennio a venire: scelte che evidenziano ritardi e pratiche inopportune di una politica che fino ad oggi ha usato il turismo come cassa di risonanza. Come per gli eventi, tanti, concentrati, come le migliaia di euro in affidamenti diretti a cooperative per la gestione di beni o servizi pubblici. Eventi raccolti in un portale, un sito non indicizzato, di cui non vi è traccia dell’App di cui l’Amministrazione vantava la nascita”.
Secondo i 5 Stelle, quindi: “il capoluogo salentino potrebbe rappresentare un hub da cui sviluppare sinergie e gestioni integrate di flussi e presenze, iniziando a presidiare nuovi mercati che, ad oggi, non sono neanche tenuti in considerazione. È necessario un modello di sviluppo, con un piano strategico specifico, con un destination management che faccia emergere peculiarità e specificità dell’offerta.
Come gruppo politico crediamo che sia indispensabile voltare pagina e scriverne una nuova, dove finalmente il concetto di turismo torni ad essere una materia e non un fenomeno, e venga trattato come la prima industria del nostro territorio e non un insieme di economie allo sbaraglio”.