La regista Rosaria Ricchiuto al Teatro Romano di Lecce con «Le Troiane di Euripide»

Questa sera, alle ore 21.00, andrà in scena «Le Troiane di Euripide» presso la suggestiva cornice dell’anfiteatro Romano di Lecce. Regia di Rosaria Ricchiuto.

Gli studenti del Liceo Classico Statale 'Virgilio' di Lecce in collaborazione con la Compagnia 'Teatro Solatia' diretta dall'attrice e regista Rosaria Ricchiuto, alle ore 21.00 di stasera porteranno in scena presso il Teatro Romano di Lecce “Le Troiane di Euripide” per la Regia di Rosaria Ricchiuto, nell’ambito del Progetto “Virgilio in scena”. 

Lo Spettacolo è inserito nella Rassegna "Teatro in Jeans " organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce, con il Patrocinio della Città di Lecce e della Provincia di Lecce. L'evento è FRIENDS OF LECCE2019 e sostiene e promuove la Candidatura della Città di Lecce a Capitale della Cultura Europea 2019.

La tragedia –  Le troiane, o Le troadi (Τρώαδες in lingua originale), è una tragedia di Euripide, rappresentata per la prima volta nel 415 a.C.  L'opera venne messa in scena nell'ambito di una trilogia legata alla guerra di Troia, di cui facevano parte anche le tragedie Alessandro e Palamede (oggi perdute).  Alla fine della trilogia venne rappresentato anche il dramma satiresco Sisifo (anch'esso perduto).

Trama – La città di Troia, dopo una lunga guerra, è infine caduta.  Gli uomini troiani sono stati uccisi, mentre le donne devono essere assegnate come schiave ai vincitori. Cassandra viene data ad Agamennone, Andromaca a Neottolemo ed Ecuba ad Odisseo.  Cassandra predice le disgrazie che attenderanno lei stessa e il suo nuovo padrone una volta tornati in Grecia, ed il lungo viaggio che Odisseo dovrà subire prima di rivedere Itaca. 

Andromaca subisce una sorte terribile, poiché i greci decidono di far precipitare dalle mura di Troia Astianatte, il figlio che la donna aveva avuto da Ettore, per evitare che un giorno il bambino possa vendicare il padre e per porre fine alla stirpe troiana.  Successivamente Ecuba ed Elena si sfidano in una sorta di agone giudiziario, per stabilire le responsabilità dello scoppio della guerra. 

Elena si difende ricordando il giudizio di Paride e l’intervento di Afrodite, ma Ecuba svela infine la colpevole responsabilità della donna, fuggita con Paride perché attratta dal lusso e dall’adulterio. 

Alla fine, il corpicino di Astianatte viene riconsegnato ad Ecuba per il rito funebre, Troia viene data alle fiamme, e le prigioniere vengono portate via mentre salutano per l’ultima volta la loro città.



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