Passeggiando per Santa Maria di Leuca, la finibus terrae, è impossibile non notare delle strane costruzioni che si affacciano sul mare, levigate dalle onde come una carezza. Sapete come si chiamano e a cosa servivano? Sono le bagnarole, piccole meraviglie in pietra o in legno che si possono ammirare lungo la spiaggia che dallo scalo di Salignano va verso Punta Omo Morto.
Queste strutture costruite sulla scogliera proteggevano le (nobil)donne da occhi indiscreti, dallo sguardo a volte malizioso dei bagnanti. Un senso di pudore avvolgeva le anziane e le giovani signore dell’aristocrazia salentina che preferivano la privacy della bagnarola per concedersi un tuffo nel mare, solcato da poche imbarcazioni e frequentato da bagnanti in cerca di refrigerio. Non solo, la bagnarola veniva utilizzata anche come “cabina”, come camerini in muratura per spogliarsi dagli ingombranti costumi dell’epoca o per riposarsi dal sole. A quei tempi, infatti, si preferiva mantenere un incarnato bianco anche durante la bella stagione perché era simbolo di nobiltà.
Le bagnarole
Ogni proprietario di una villa aveva la sua bagnarola personale, in pietra o in legno. Un modo per i nobili per mostrare il prestigio della famiglia. Quella in pietra, che poteva essere di forma circolare o a pianta esagonale, riproduceva lo stile architettonico e i colori della dimora di appartenenza. Erano chiuse, con una finestra e con una cupoletta nella parte superiore con funzione di raccordo e anche di elemento ornamentale. Quelle in legno avevano forme varie, generalmente quadrangolari o rettangolari, e venivano smontate durante l’inverno.
Lungo la spiaggia vi erano delle “conche” naturali o artificiali, ma poco curate, che servivano come “bagnarole” per chi non aveva altre possibilità di godersi un bagno riservato e più sicuro. Le ‘bagnarole scoperte’, una sorta di vasca da bagno scavata nella scogliera, erano utilizzate da chi non poteva permettersi costruzioni più raffinate. Solitamente, appartenevano ad una famiglia benestante come dimostra il nome inciso sulla roccia che ne indicava la “proprietà”.
La conca veniva utilizzata da chi non sapendo nuotare andava alla ricerca di un posto sicuro. Oltre a questa “buca” naturale, vi erano anche conche artificiali, accenni cioè di escavazioni più ampie, ma poi abbandonate. Possiamo dire che la conca era la bagnarola del popolo.
Oggi delle bagnarole ottocentesche ne sono rimaste tre, a testimoniare il gusto di un’epoca. La più celebre è quella di Villa Ruggeri, comunemente conosciuta come Villa Meridiana per via dell’orologio solare situato sulla sua facciata.
ph. Francesco Bello