Ci sono fede, devozione e preghiere sui muri della “casa dei Santi” al civico numero 35 di via Giulio Cesare Vanini, a Curtrofiano. L’intonaco azzurro dello stesso colore del cielo è ormai sbiadito, la porta vecchia quasi non si nota più, nascosta tra rosari, statue e crocifissi. Contarli è quasi impossibile, sono pochi i centrimetri rimasti vuoti, senza ‘sacraltà’. E non esiste neppure un ordine preciso in cui Santi, Madonne e Rosari sono stati posizionati sulle parenti. È semplicemente il disegno di un uomo umile che ha voluto ringraziare a modo suo il Cielo per il miracolo ricevuto, trasformando la sua piccola abitazione in piccolo Santuario, in una edicola votiva come quelle che si incontrano spesso nei piccoli paesi.
Tutti conoscono ormai la storia di Rocco Ferraro che gli valse per sempre la nomea di “lu Roccu te li santi”. Un’eredità da lasciare agli altri, ma costruita per se stesso.
La guarigione miracolosa
Aveva solo 21 anni quando restò paralizzato. Perse l’uso delle gambe, forse a causa di un congelamento durante un turno di servizio come Guardia di Terra delle Fiamme Gialle. Il suo destino sembrava quello di restare immobilizzato nel letto, dove trascorse quasi 10 anni della sua esistenza. Era ormai rassegnato, convinto di avere ancora poco da vivere, quando le sue gambe, da tempo intorpidite, cominciarono a risvegliarsi come da un lungo letargo. E anche se si sarebbe portato a lungo i segni di quella sofferenza, Rocco riuscì a rimettersi in piedi. Credeva fosse in fin di vita, che non ci fosse più nulla da fare, ma tornò a vivere.
Per ringraziare il Cielo per quello che riteneva un vero e proprio miracolo, cominciò a collezionare Santi, Madonne e putti. Con il tempo – un lavoro iniziato negli anni quaranta con una nicchia dedicata a Sant’Antonio da Padova e alla Madonna di Lourdes e ultimato negli anni ottanta – la sua dimora diventò una bacheca religiosa, piena di immagini sacre da ‘sgranare’ come un rosario su pietra. Le opere in colore portano la firma del grande maestro ceramista Garrisi di Galatina, anche lui scomparso.
Un Montecalvario che Rocco, prima di morire, ha donato a tutto il vicinato.
La devozione di quell’uomo semplice è diventata oggi un punto di riferimento, per i fedeli, ma anche per i tanti turisti incuriositi dalla sua storia. Senza contare chi si imbatte per caso in quell’angolo caratteristico, pieno di immagini sacre, di fiori e di luci.