La fontana dell’armonia, lo ‘scandaloso’ monumento degli innamorati di Lecce

La fontana dell’armonia impreziosisce lo scorcio del castello di Carlo V. In pietra di Trani e bronzo, fu realizzata dello scultore leccese Antonio Mazzotta

Passeggiando per le strade del centro storico di Lecce è impossibile non notare la Fontana dell’Armonia, il monumento che impreziosisce l’affascinante scorcio regalato dal Castello Carlo V. Fotografata, ammirata, postata sui social, un tempo la scultura realizzata per festeggiare l’arrivo dell’acqua del fiume Sele era stata rimossa. Troppo “scandalosa”, ma oggi nessuno dei passanti o dei turisti in vacanza nel Salento la ammira con sospetto o vergogna. Altra epoca, per fortuna. Perché oggi l’opera in pietra di Trani e bronzo, progettata da un giovane scultore, Antonio Mazzotta regala un tocco di bellezza a viale Guglielmo Marconi.

Il concorso

Ci fu un vero e proprio concorso per realizzare il monumento. L’amministrazione comunale avrebbe ‘premiato’ il vincitore con duemila lire, una somma di tutto rispetto. Alla fine, fu scelto il progetto dello scultore leccese Antonio Mazzotta. Dopo aver appreso i segreti del mestiere nel laboratorio del padre, aveva fatto le valigie per Roma dove aveva vinto una borsa di studio. Affinata la capacità di lavorare i metalli e le sue conoscenze artistiche, Mazzotta era tornato a casa.

Il monumento

Le canne d’organo di lunghezze diverse ‘sorreggono’ i due amanti in bronzo (nudi) che si dissetano bevendo dalla conchiglia che stringono tra le mani. La fontana dell’Armonia, fu svelata nel 1927. Il suo nome avrebbe ricordato per sempre l’idea di giovinezza e felicità legata alla forza benefica dell’acqua.

Nel 1941 la parte bronzea della Fontana fu requisita per motivi bellici. Alla fine del conflitto il monumento – allegoria dell’amore e della condivisione – fu rimesso al suo posto, ma fu rimosso ancora nel 1952. Alla fine la fontana dell’Armonia è tornata a casa il 3 maggio 1990 grazie al sindaco di Lecce di allora Francesco Corvaglia. L’autore, all’età di 90 anni, riuscì a rivedere la sua opera nuovamente, prima di spegnersi a Roma nel 1991.



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