Il canto delle sirene nelle notti di Roca

Visitare Roca è come effettuare un viaggio nel tempo, come ascoltare un racconto dove il fascino della storia ha come sfondo un panorama che lascia senza fiato.

Quando il sole va a dormire, più di qualcuno ha giurato di aver sentito cantare, come se fossero le mitologiche sirene a lanciare il loro seducente segnale. A Roca tutto è possibile, perché il confine tra il tempo e lo spazio non è stato mai fissato. Puoi sentirti nel medioevo a Roca vecchia, la più gloriosa fra le marine di Melendugno, oppure nel trapassato remoto di un tempo greco o addirittura messapico, forse protostorico. Insomma Roca è Roca e dinanzi alla sua storia, tutto il resto impallidisce.

Al cospetto di un cimitero che si affaccia su un mare dai colori arlecchini e di fronte ad una torre di avvistamento posta su un isolotto c’è da perdere il respiro. È qui che a partire dal 1983 il professor Mimmo Pagliara, scomparso nel 2015, ha avviato i suoi studi che hanno portato a sensazionali scoperte archeologiche. Nella grotta di Poesia piccola l’università degli studi di Lecce, allora così si chiamava, ha svolto indagini e studi per più di vent’anni, fino a definire un perimetro culturale che cinge l’intero Salento.

Proprio qui agli inizi degli anni novanta alcuni giovanissimi salentini, appena diplomati, pensarono bene di arrivare nel cuore della grotta preistorica, abitata da pipistrelli e pesci dalle forme curiose, ma lo fecero arrivando dal mare e attraversando un budello semisommerso lungo circa 80 metri che collega la grotta al mare aperto.

Fu un’esperienza sensazionale, che pochissimi hanno fatto e che oggi è addirittura impossibile, perché dopo l’allarme crollo lanciato sul finire degli anni ’90, le istituzioni locali misero in atto un piano coordinato di tutela e salvaguardia della cavità carsica che veniva considerata a rischio crollo a causa dell’incessante azione erosiva dei venti di tramontana che spingevano con prepotenza il mare fin dentro la Poesia. Così fu ostruito l’imbocco di quel canale subacqueo.2

A Roca molti passano e non si fermano, è una marina che si costeggia per andare da San Foca a Torre dell’Orso, da Torre dell’Orso a San Foca. Se solo sapessero cosa si nasconde in quel luogo, non ci sarebbe più spazio e più tempo in solida attesa. E forse si perderebbe tutto, anche se uno dei caratteri di Roca è proprio la sua immortalità.

L’immagine di copertina è di Stefano Neviri



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