Ci siamo tornati, con la curiosità della prima volta dopo 20 anni che ne percorriamo i sentieri, alle Cesine c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, perché non si entra mai due volte nello stesso bosco, esso infatti è sempre diverso, cambia continuamente.
Il nostro sopralluogo questa volta è guidato dal direttore della Riserva naturale del WWF di Lecce Giuseppe De Matteis e dal Raggruppamento Biodiversità dei Carabinieri Forestali di San Cataldo. Siamo in ottime mani ed è così che prendiamo per il bosco seguendo la Strada del Pesce, percorso di libera fruizione, prima di addentrarci in uno dei sentieri riservati alle escursioni guidate verso le tane del tasso, mammifero dalle abitudini notturne, schivo e difficile da avvistare.
“Abbiamo posizionato da circa 20 giorni alcune fototrappole, se siamo fortunati prima o poi lo becchiamo” – ci dice De Matteis, e infatti siamo fortunati, e nelle riprese notturne il tasso compare tutto tronfio, in passerella per noi e per la nostra sete di natura.
A guardar bene le altre immagini un brivido ci tiene inchiodati lì: c’è un animale grande, troppo per essere una volpe, e allora non può che essere lui, quel grosso lupo che da settimane si muove nei paraggi, avvistato tra Acaya e San Cataldo da più di qualche escursionista e che adesso viene ufficialmente ‘incastrato’ dalle riprese video. Lo hanno chiamato Alvaro, un nome di battesimo che alleggerisce il peso di una presenza inquietante, ma non troppo. Perché il lupo aiuta l’ecosistema locale. Pensate che fino a sei mesi fa si contavano un centinaio di maiali ibridi nel territorio della Riserva, popolazione oggi misteriosamente ridotta ad una ventina di individui, alcuni dispersi, altri… ehm… diciamo attenzionati dal lupo Alvaro… che forse non è il solo.
Tassi, volpi e faine in quantità, i maiali selvatici e adesso il lupo, ormai le Cesine possono giocarsela con il Parco Nazionale d’Abruzzo, per così dire…
Ma la vera risorsa di quest’Oasi di natura a portata di mano è il suo contesto fatto di diversi habitat ed equilibri. Proseguiamo verso il mare, ci lasciamo la magnifica lecceta (la primordiale foresta di Lecce) e raggiungiamo il Pantano Grande per osservare un’avifauna sorprendente tra garzette, folaghe, anatre, qualche rapace che nella palude va a caccia e molto altro. Mentre un merlo ci saluta con il suo verso tipico sfrecciando a volo radente, ci accorgiamo della singolare presenza di decine di uova, probabilmente di serpente, con il guscio perforato, quasi fossero state il pasto di un predatore che sapeva cosa fare, nella feroce e sempiterna legge della natura selvaggia.
Con il direttore dell’Oasi del WWF di Lecce scopriamo storie legate a questi luoghi, quella della casa del pesce, del sentiero dell’imbarcadero e di alcuni retroscena che De Matteis racconta con inusitata maestria.
350 ettari di bellezza nel territorio comunale di Vernole a meno di 10 km dalla città, Le Cesine sono una finestra spalancata sul nostro mondo, un affaccio seducente per ogni stagione. Non esiste un periodo dell’anno più indicato per un’escursione, da gennaio a dicembre è sempre un trionfo naturalistico.
Dal mese di giugno 2020 riprendono le visite guidate dopo 3 mesi di chiusura per l’emergenza sanitaria del coronavirus. Alle visite bisogna prenotarsi on line e vi possono partecipare piccoli gruppi osservando le disposizioni anti contagio. Per organizzare una giornata indimenticabile occorre prenotarsi al numero 329.8315714, sarà il modo migliore per tornare alla vita sociale, ammirando l’originale bellezza della nostra terra.