Salento da sogno, un paradiso chiamato Roca Vecchia

Continua il viaggio di Leccenews24.it nelle meraviglie del Salento. Oggi facciamo tappa a Roca vecchia, la fortezza della Storia.

Non esiste un altro luogo con una stratificazione culturale di così alto livello, non c’è un posto dove si possono documentare frequentazioni umane dalla preistoria al medioevo, in un continuum storiografico così suggestivo. Non c’è un altro parco archeologico che si affaccia sul mare, con una scogliera a strapiombo. La meraviglia è solo qui, a Roca Vecchia. Un luogo magico, dove la bellezza “regalata” al posto dalla natura si mescola al fascino della storia.

La marina del comune di Melendugno, a metà strada tra San Foca e Torre dell’Orso, è uno scrigno di tesori.

La Grotta della Poesia

A Roca si trova la grotta di Poesia, anzi le due grotte, la Poesia piccola, santuario di un culto remoto e misterioso, e la poesia grande, inserita nell’elenco delle più belle piscine naturali del mondo.

A partire dal 1983 l’allora Università degli Studi di Lecce, oggi Università del Salento, ha avviato alcuni studi nell’antro magico della grotta preistorica, documentando una primitiva devozione a un certo Dio Taothor, invocato per la guarigione dalle malattie o anche per togliere dei malefici. L’equipe di antropologi e archeologi ha riportato alla luce iscrizioni in lingua messapica,greca e latina a testimonianza di frequentazioni costanti e continue nell’arco di secoli e millenni. La grotta si chiama Posia da un etimo greco (pot) che rimanda all’acqua, da cui la parola potabile, ovvero acqua da bere. Poi nella vulgata locale è diventata poesia, assimilando sul piano lessicale le bellezze del contesto scenografico.

La Torre di Roca Vecchia

Il contesto è fenomenale, disseminato da sepolture e costruzioni riportate alla luce dagli scavi archeologici che oggi costituiscono un’offerta di alto spessore turistico, con quello che possiamo considerare il parco più suggestivo della Puglia. Su un isolotto antistante l’area archeologica sorge l’antica torre di avvistamento di età medievale, posizionata lì a difesa della costa, per controllare l’orizzonte e lanciare l’allarme in caso di visite sgradite da parte dei pirati saraceni.

Fu proprio a Roca che sul finire del XV secolo si acquartierarono le truppe aragonesi per respingere i turchi che nel 1480 avevano conquistato Otranto dopo averla messa a ferro e fuoco. A Roca è ancora possibile trovare il perimetro della città medievale con il castello, quasi del tutto crollato e abbattuto dal tempo e dagli agenti atmosferici. Il mare di Roca è fuori concorso. Possiamo solo dire che i suoi colori assomigliano molto a quelli di due giovani che si sono appena innamorati.