Storie di mare. La grotta Posìa, il cuore della nostra terra

Viaggio a Roca in uno dei Luoghi della memoria per eccellenza, dove vengono raccontati, e visivamente documentati, quasi tremila anni di storia. Con la grotta Posìa, tra le più importanti del Mediterraneo

Un parco archeologico sul mare che racconta una storia almeno bimillenaria sotto il cielo della splendida marina di Roca. Oggi marina, ieri città fortificata dal perimetro enorme e in epoca medievale cinta da possenti mura e protetta da un castello costruito sulla costa di cui restano ormai appena le fondamenta.

Ma la grande fortuna di Roca è la piccola grotta di Posìa (acqua da bere) dove il mare è così limpido che ti andrebbe di sorseggiarlo. Posìa, e non poesia, è una cavità carsica di remota frequentazione antropica dove, grazie agli studi condotti negli anni 80 dall’archeologo Mimmo Pagliara, fu possibile accertare la presenza di scritture sulle pareti in lingua messapica, greca e latina, a testimoniare la presenza di civiltà diverse e cronologicamente contigue.

La grotta, dove sono ancora presenti le strutture realizzate dall’Università di Lecce, è collegata al mare da un canale semi sommerso lungo circa 70 metri, la cui imboccatura, alla fine degli anni 90, venne colmata con grossi massi posti a protezione del fragile ecosistema nell’ambito di un progetto del Comune di Melendugno e della Provincia di Lecce.

Distante una cinquantina di metri da Posìa c’è la grotta di Posìa grande, una meta turistica ricercatissima e ormai conosciuta a livello internazionale, per la quale stringenti misure che regolano gli accessi si sono rivelate necessarie per limitare i flussi di turisti che d’estate sognano di fare un tuffo al suo interno. Si tratta, infatti, di una piscina naturale inserita in una speciale classifica che la vede ai primi posti in termini di gradimento.

Ma Roca è anche mare, scogliere imponenti, anfratti, balconate, insenature e isolotti come quello sul quale sorge la caratteristica torre d’avvistamento eretta negli anni successivi alla presa di Otranto da parte dei Turchi di Akmet Pascià.
Pochi luoghi possono vantare le ricchezze rochesi, luogo ideale per lo spirito, distante 25 chilometri da Lecce.



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