Una passeggiata nella storia: le quattro porte di Lecce che proteggevano la città

Le quattro porte di Lecce, tre perché una è stata distrutta, non sono solo gli antichi ingressi di Lecce. Raccontano la storia della città

C’è stato un tempo in cui l’unico modo per entrare a Lecce era quello di attraversare una delle sue quattro porte. Alcune prendono il nome dalla strada su cui si affacciavano, altre dal Santo a cui furono dedicate. Ognuna, con la sua storia e i suoi simboli, difendeva la città dalla sua posizione strategica lungo l’antico muro di cinta voluto da Carlo V come sistema di difesa dagli attacchi. Oggi, questi imponenti monumenti proteggono il centro storico. Ne manca una, porta San Martino distrutta nell’ottocento, ma le altre tre Porta Rudiae, Porta Napoli e Porta San Biagio incantano ancora i turisti e raccontano un pezzo della città, un passato millenario che è riuscito a resistere.

Porta Rudiae

Percorrendo via Adua si incontra Porta Rudiae. Crollata nel XVII secolo e ricostruita sulle macerie di quella vecchia nel 1703, grazie al nobile Prospero Lubelli, si affacciava sulla strada che conduceva all’antica città distrutta di Rudiae. In alto domina la statua di Sant’Oronzo, ma il protettore del capoluogo non è solo: c’è anche Santa Irene e San Domenico. Sull’epigrafe è scolpita la leggenda della nascita della città, motivo per cui sulle sue quattro colonne ci sono i busti dei fondatori Malennio, Euippa, Dauno e Idomeneo. Sacro e pagano si mescolano sull’imponente facciata. A lungo Porta Rudiae è stata il principale ingresso della città, almeno fino a quando non fu costruita la “strada nuova”. Da allora, il suo prestigio è passato a Porta Napoli.

Porta Napoli

Fu costruita nel 1548, su disegno del noto architetto locale Giangiacomo dell’Acaya, da Ferrante Loffredo in onore dell’imperatore Carlo V. Avrebbe dovuto celebrare la sua visita in città, mai avvenuta. Come suggerisce il suo nome, per recarsi verso il Regno di Napoli bisognava percorrere questa strada. L’opera, costruita sul luogo dell’antica porta San Giusto, presenta sulla una facciata due colonne corinzie caratterizzate dall’immancabile stemma degli Asburgo, un’aquila a due teste. Sull’architrave, invece, sono ricordate, in latino, le gesta compiute dall’imperatore. Conosciuta anche come Arco di trionfo, è stata per molti secoli la porta di rappresentanza della città.

Porta San Biagio

Porta San Biagio, che sorveglia piazza d’Italia, è dedicata al vescovo e prese il nome da un’antichissima cappella medievale che nel 1634 attirava la devozione dei leccesi. Anche in questo caso, fu ricostruita nel 1774 per volere del governatore Tommaso Ruffo. Sulla porta, “sorretta” da due colonne a fusto lisce, sono presenti sia gli stemmi di Ferdinando IV di Borbone che quelli della città di Lecce. L’omaggio a San Biagio è dato dalla sua scultura, posta in alto al di sopra dell’epigrafe commemorativa.

Porta San Martino

Porta San Martino, di cui esiste solo qualche antichissima riproduzione, si trovava all’imbocco di via Matteotti. Fu distrutta su ordine del decurionato perché a suo parere oscurava la bellezza del palazzo d’Intendenza, oggi l’attuale Prefettura.



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