Da Turku a Helsinki: il viaggio di Davide Urso nella capitale finlandese

Continuano i racconti di Davide Urso in giro per il mondo. In Finlandia, Davide ha visitato Turku e, oggi, la storia del suo arrivo a Helsinki.

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Giorno 32 – Helsinki, km 10211

Sono andato a fare colazione in un bar vicino a dove avevo parcheggiato; ho imparato a farlo da quando ho capito che passare un’ora in un bar è un ottimo modo per iniziare la giornata. Puoi entrare nel bagno, spogliarti, e lavarti parte per parte nel lavandino, fino a che ci riesci, puoi lasciare sotto carica il telefono e il computer, puoi studiare la visita quotidiana, il tutto per il modico prezzo di un caffè e una brioche.

Avevo in mente di visitare la quarta capitale scandinava, Helsinki, quindi mi sono dato una mossa e ho visitato la cittadina di Turku, una delle più importanti della Finlandia, che rispecchia lo stereotipo che il mondo affibbia ai finlandesi: fredda, precisa, ordinata, funzionale, apatica. Lavoro molto di luoghi comuni, lo riconosco, però nel viaggiare mi sono accorto che la maggior parte delle “dicerie” sui popoli sono veritiere; d’altronde, se sono state inventate, saranno pur state estrapolate dal mondo reale, no?!

Dovete sapere che in Finlandia esistono due lingue ufficiali: il finlandese e lo svedese, che molte volte hanno radici assai diverse. Turku, ad esempio, è il nome della città in finlandese, mentre in svedese si scrive Åbo, un qualcosa che non c’entra nulla. Non sarebbe un grande problema, se non fosse che alcune volte i segnali stradali riportano il doppio nome, altre volte ce ne sono due a distanza ravvicinata riportanti le stesse indicazioni ma nei due idiomi.

Tutto sommato, ho trovato in Turku una cittadina niente male, abbastanza affascinante. Mi porterò dietro due ricordi, la sala biliardo più bella che fin’ora abbia visto, enorme, affollata eppure ordinata, e una statua raffigurante una zanzara, che all’inizio non capivo cosa fosse, ma poi mi sono ricordato l’agonia della notte precedente a cercare di ammazzare tutte quelle presenti in auto, e qualche intuizione l’ho avuta.

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Davide Urso in viaggio

Turku – Helsinki è stata una tratta molto rapida, solo 170 chilometri; Menomale, perché dopo tutti i chilometri di ieri non avevo voglia di farne molti altri, sebbene il feeling con Basilio crescesse di ora in ora; al principio la piantina si muoveva ad ogni curva, poi, finalmente, ho trovato il modo per bloccarlo. Un amico, prima di arrivare nella capitale, mi avvisò di quanto fredda apparisse Helsinki: aveva ragione, perché effettivamente lo è. Dopo avere passato dei giorni a Copenaghen e Stoccolma, e persino Oslo, Helsinki la si trova meno vitale, più statica, più asettica, e non credo sia un caso che storicamente sia stata influenzata dall’Unione Sovietica.

Se dicessi che ogni città visitata mi ha lasciato un bel ricordo, che tutto sia stupendo, bellissimo, mi credereste? Sarei troppo smielato, ruffiano, e proprio non voglio esserlo, a meno che non si tratti di belle donne (eheheheh). Mi sento in dovere di dirvi, amici miei, che ho notato che qui manca qualcosa, forse la cordialità, forse un’anima insita nella città. Capisco bene che molti non saranno d’accordo e che molti non capiranno questo concetto: colpa mia che non sono bravo a trovare le giuste parole, però, se dopo avere visitato nove nazioni, in questo viaggio, e in ognuna mi sono trovato a mio agio, poi arrivo in Finlandia e mi sento un pesce fuor d’acqua, una specie di intruso, ci sarà qualcosa che non dipenderà solo da me (è stata l’unica volta che mi sia successo nel corso del viaggio, nda).

Chi andrà solo per visitare i musei e l’arte in generale si troverà bene, stiamo comunque parlando di una città che offre molto, ma chi va con lo spirito di vivere e di far parte della città, probabilmente rimarrà poco soddisfatto.

Davide Urso



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