Quattro giorni, non di più. Tanto sono rimaste accese e festanti le tradizionali attrazioni del luna park allestito nei pressi dello stadio 'Via del Mare' di Lecce, come da tradizione, in occasione della festa patronale in città.
Non i consueti sei giorni, dunque, ma due in meno e non per accordi precedetemene previsti, bensì per un mancato rinnovo delle dovute autorizzazioni, non concesso ai gestori delle giostre.
Ma andiamo con ordine: come da 'locandina', le attrazioni del parco divertimenti – tanto atteso ogni anno da giovani e giovanissimi – sarebbero dovute rimanere in funzione dal 24 al 29 agosto. I canonici sei giorni che contornano la festa dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato, ma ieri sera (lunedì 28) molti sono rimasti a bocca asciutta nel constatare l'amara situazione.
Giostrai e dipendenti, infatti, a partire dal tardo pomeriggio, hanno iniziato a chiudere baracche e burattini, smontando le loro rispettive attrazioni. Increduli a quanto stavano vedendo davanti agli occhi dei propri figli, alcuni genitori hanno chiesto lumi direttamente ad alcuni dei tanti gestori di giostre, intenti nello smontaggio.
La risposta che hanno ricevuto non lasciava spazio a dubbi: non è stata rinnovata l'autorizzazione giornaliera da parte del Comune di Lecce poiché nelle serate antecedenti qualcuno di loro non avrebbe rispettato l'orario di chiusura imposto.
Una vera e propria sanzione – quindi – per colpa di qualche 'furbetto' che però ha colpito tutti indistintamente. Con l'amaro in bocca, i giostrai hanno continuato a svitare bulloni e a conservare le casse di risonanza della loro musica prima che la corrente elettrica della zona venisse staccata del tutto, mentre giovani e famiglie hanno abbandonato l'area, con il pensiero già rivolto al prossimo anno.
Sulla vicenda interviene anche 'Salento Rinasce', l'associazione delle periferie, che tramite Matteo D’Aversa commenta: "situazione gestita malissimo, si potevano adottare soluzioni diverse per non colpire chi le regole le avesse rispettate, invece si è voluto colpire tutti indistintamente. Si potevano applicare multe per i giostrai che non hanno rispettato gli orari prestabiliti, ma si è voluta un intransigenza zero. ll problema è che piccoli commercianti hanno perso un introito per sostenere le loro famiglie. Qui abbiamo subito un danno soprattutto per chi con questa festa avrebbe tratto un sospiro economico, senza dimenticare chi aveva deciso di andare negli ultimi due giorni della festa evitando la calca iniziale'.
"Siamo arrivati all'apice di una festa – conclude la nota – che sta perdendo man mano pezzi importanti. La delusione e la frustazione di giostrai, paninari e commercianti che purtroppo perdono due giorni di lavoro'.
A gettare aqua sul fuoco ci pensa direttamente il Sindaco Carlo Salvemini, il quale spiega: “a delibera di Giunta con la quale si è proceduto all'organizzazione della festa di Sant'Oronzo prevedeva che le giostre potessero trattenersi nel piazzale antistante lo Stadio fino a domenica 27, quindi già oltre la data di Sant'Oronzo. Con questa decisione si è consentito ai giostrai di restare in attività fino alla chiusura del fine settimana, concedendo loro anche la giornata del 28 entro la quale il piazzale doveva essere liberato dagli impianti.
I giostrai, dunque, sapevano perfettamente che la scadenza del titolo autorizzativo era quella. In seguito, in questi giorni, è stata rivolta all'Amministrazione una richiesta di proroga che non c'era ragione di accordare: diversamente si dovrebbe consentire a tutte le categorie che lavorano nei giorni di festa di trattenersi in città anche a festa conclusa. Le giostre sono all'interno della cornice della Festa patronale, che ha un suo inizio e una sua conclusione per tutti.
Sul fatto che qualcuno si sia incaricato autonomamente di stampare biglietti che riportano la data del 29 come termine dell'apertura del Luna Park, non posso che chiedermi sulla base di quali impegni l'abbia fatto. La Pubblica Amministrazione parla con gli atti ufficiali, bastava attenersi alla delibera per non commettere errori che possono ingenerare equivoci”, conclude Salvemini.
