
Se oggi la gente comune ha iniziato a conoscere la «Sensibilità Chimica Multipla» è stato anche grazie a chi è stato costretto a ‘convivere’ con questa malattia che costringe all’isolamento e ha urlato per non essere ignorato. Fino a qualche anno fa, della MCS si è parlato poco o non si è parlato affatto. Non era nemmeno riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale come malattia, poi i casi come quello della signora Giuseppina Marazia hanno acceso i riflettori e l’interesse. Per Daniela, e quelli come lei, svolgere le più banali attività quotidiane diventa un calvario: si debbono limitare i contatti persino con parenti e amici.
Per Giuseppina svolgere le più banali attività quotidiane diventa una sofferenza: basta un profumo, un detersivo, uno shampoo e persino un alimento a provocare pericolose crisi respiratorie o reazioni allergiche devastanti. Per questo è costretta a stare lontana dagli amici, dagli affetti più cari, dalle persone. Può assumere solo pochi medicinali, comprare prodotti da società di nicchia a prezzi esorbitanti incrementati dal costo delle relative spese di spedizione, ma la cosa peggiore è che la Sensibilità Chimica Multipla l’ha privata della speranza di poter condurre una vita dignitosa.
Già in passato aveva ‘protestato’ per reclamare un diritto negato. Malgrado le sia stata riconosciuta l’invalidità al 100%, ha un sussidio di appena 281euro mensili, insufficienti per le cure. I lunghi e costosi viaggi in strutture mediche fuori regione, le spese esorbitanti per gli alimenti, i farmaci, i prodotti più banali hanno costretto la donna a vendere tre immobili di sua proprietà ed a prosciugare i risparmi di tutta una vita. «Sono in sciopero della fame contro lo Stato per avere dignità» aveva dichiarato.
Oggi a Codici Lecce arriva una nuova richiesta di aiuto. Come si legge in una nota a firma dell’avvocato Stefano Gallotta la signora Marazia tornerà a manifestare in un sit-in, anzi tre: martedì 19 luglio nei pressi della Prefettura; mercoledì 20 luglio presso la sede generale della ASL Lecce e giovedì 21 luglio nei pressi dell'Ospedale Vito Fazzi.
In sintesi, la signora Marazia rivendica la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti e tutelati al lavoro, al mantenimento e all'assistenza sociale nonché il riconoscimento della MCS come malattia ambientale/sociale. Ma anche approfondimenti negli studi epidemiologici di settore in uno con una maggiore informazione e formazione dei medici di base, del pronto soccorso, degli specialisti e degli operatori 118, nonché l'istituzione negli ospedali di reparti e stanze adeguate alla degenza e permanenza degli ammalati MCS.