Paziente del Fazzi morso da zecca, la Asl esclude focolai

L’uomo era stato ricoverato in ospedale nella serata di martedì 30 giugno e ha lamentato circa 24 ore dopo un fastidio al fianco dovuto alla presenza dell’insetto estraneo di circa 2 millimetri. La Asl però dopo le verifiche del caso, ha voluto rassicurare tutti.

Una zecca su un paziente del reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, ma niente paura, si tratta solo di un focolaio, di un caso isolato e non c’è il rischio contagio. Questo almeno è quanto stabilito e dichiarato dai vertici della Asl di Lecce che hanno aperto un’indagine interna per accertare cause e responsabilità della presenza della zecca sul degente in questione.

L’uomo era stato ricoverato in ospedale nella serata di martedì 30 giugno e ha lamentato circa 24 ore dopo un fastidio al fianco dovuto alla presenza di questo corpo estraneo di circa 2 millimetri. Ad ogni modo, presso il nosocomio leccese, si è deciso di sottoporlo a consulenza infettivologica. In ospedale, per le caratteristiche dell'insetto rinvenuto, per la gravità del morso e per la bassa epidemiologia in Salento indotta da zecche, non si è ritenuta necessaria una profilassi sistemica, ma solo la sorveglianza per i giorni a seguire. Il paziente è stato trasferito in un’altra stanza ed al letto interessato è stata cambiata la biancheria pulita del giorno prima.

Si è subito provvisto, come detto, a fare le necessarie verifiche e la ricognizione del reparto nella stessa serata per verificare presenze analoghe su altri letti, ha dato esito negativo escludendo pertanto il rischio di un fantomatico focolaio. D'altra parte quest’ultima ipotesi è esclusa per le modalità tipiche di trasferimento delle zecche sugli uomini: dimorano sulla vegetazione comune di parchi e campi passando sugli animali, inclusi quelli domestici e di affezione, e da questi all'uomo per contatto, dove possono portare a conseguenze anche gravi a seguito di morso con suzione di sangue per diverse ore, evacuazione delle feci e rilascio del rostro sulla pelle dell'ospite.

Nei dintorni dell'ospedale Fazzi non si segnalano da tempo presenze randagie grazie al monitoraggio assiduo del servizio veterinario ed il verde esterno negli ultimi tre mesi è stato oggetto di disinfestazione routinaria tre volte ed una quarta è prevista nel mese di luglio. Il servizio di igiene pubblica, interpellato sul caso di specie, ritiene che “l'episodio in oggetto non possa correlarsi ad infestazione dell'ambiente di ricovero né richiede speciali misure di disinfestazione degli ambienti”.

“Dalle risultanze riportatemi possiamo rassicurare sulla salubrità igienica del reparto – dice il direttore generale Gorgoni – anche se alla segnalazione notturna la mia reazione è stata di indignazione. Per tale motivo ho chiesto vigilanza stretta su fenomeni analoghi indipendentemente dalla provenienza non accertata dell'insetto.



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