La situazione della sanità in Puglia: tempi di attesa e costi

Investire nella sanità è una priorità per qualsiasi Stato. La Regione Puglia non deve venire meno ai bisogni dei suoi pazienti

La sanità pugliese versa in condizioni non ottimali. Tra disavanzi di bilancio e lungaggini nelle tempistiche, da più parti viene invocato un intervento da parte delle istituzioni, per porre fine a questo stato.

I tempi di attesa

Si dice che prevenire sia meglio che curare. Nulla di più vero, soprattutto se si prendono in considerazione i lunghissimi tempi di attesa per visite ed esami cui si va incontro in Puglia. Da qui alla necessità di prevenire con una maggiore informazione circa malattie e malesseri, il passo è breve. La situazione sfiora il drammatico, se si considera che le ASL non sono riuscite a rispettare il tempo massimo di attesa per visite ed esami, nel trimestre Aprile-Giugno del corrente anno. Non per nulla, appena il 60% delle richieste è riuscito aa rispettare il limite di tempo previsto nelle disposizioni sanitarie.

Le accuse arrivano da più parti: da Fratelli d’Italia al consigliere regionale di Azione, Fabiano Amati, gli attacchi cui è sottoposto Rocco Palese, assessore regionale alla sanità, si fanno sentire. I pazienti sono costretti a curarsi fuori Regione, mentre altri si rivolgono a privati per ridurre considerevolmente i tempi di attesa. Altri invece si arrendono a rinunciare del tutto alle cure. Gli anziani e le famiglie con i redditi più bassi sono dunque le principali vittime della sanità pugliese.

Il problema delle lungaggini e delle attese, per quanto centrale nel pensiero di assessori, consiglieri e, soprattutto, utenti, non è tuttavia il solo aspetto della sanità pugliese a essere sotto esame.

Il disavanzo nella spesa sanitaria

È sufficiente fare un paio di conti. Considerando un finanziamento del Fondo Sanitario pari a 260 milioni di euro, e valutando i 710 milioni spesi dal sistema pugliese, emerge chiaramente come la spesa complessiva arrivi a 450 milioni di euro. Tra costi per l’energia e l’inflazione che porta alle stelle i costi di beni e servizi, sembra quasi naturale che la spesa sia così alta. Al di là delle politiche dichiarate in sedi di campagna elettorale sul tema sanità, i costi dell’esperienza coronavirus ricadono ancora sui sistemi sanitari, e tra rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale e stabilizzazione del personale impiegato contro il Covid, i costi non coperti da dovuti finanziamenti si fanno sentire in maniera prepotente.

Forse, in linea di massima, bisognerebbe risolvere questioni di più grande portata: il contrasto al sistema del payback per i dispositivi medici, da poco giunto anche in Salento, darebbe nuova linfa a tutte quelle imprese mediche di piccole e medie dimensioni, che tanto fanno e hanno fatto per il sistema sanitario regionale e nazionale. Di certo, da qualche parte il denaro dovrà essere preso, e se il disavanzo conta oltre 400 milioni, i finanziamenti sono evidentemente più che necessari.

Investire nella sanità è una priorità per qualsiasi Stato. La Regione Puglia non deve venire meno ai bisogni dei suoi pazienti, che ad oggi sono costretti a cercare cure altrove, poiché impossibilitati a rivolgersi al sistema sanitario regionale. Tempi di attesa e costi spropositati remano contro i cittadini della Regione: sciogliere le lungaggini e trovare nuovi fondi sono le chiavi per ridare vita e speranza alla sanità locale.