Picchiò l’amante della compagna, rompendogli la mandibola? 46enne condannato a 5 anni per lesioni

Al termine del processo di primo grado, l’imputato è stato assolto dal reato più grave di sfregio permanente del volto

Si conclude con la condanna il processo di primo grado nei confronti di un 46enne leccese, accusato di aver picchiato il presunto amante della compagna. I giudici della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino), nella giornata di ieri, hanno inflitto all’imputato la pena di 5 anni di reclusione (con la recidiva) per lesioni personali gravi. Inoltre, è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Il 46enne è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dal reato più grave di sfregio permanente del volto, come richiesto dalla difesa rappresentata dall’avvocato Paolo Golia.

I giudici hanno disposto anche una provvisionale di 20mila euro, oltre al risarcimento in separata sede, in favore della vittima che si era costituita parte civile con l’avvocato Mariangela Calò.

Invece, sempre dinanzi alla prima sezione collegiale, nel mese di novembre, l’imputato verrà giudicato con rito abbreviato per il reato di tentata estorsione.

I fatti risalgono al primo luglio del 2020 e si sarebbero verificati a Lecce. Quel giorno, secondo l’accusa, il 46enne si sarebbe presentato a casa del presunto amante della compagna per “punirlo”. E l’avrebbe preso a schiaffi e pugni, provocandogli una frattura alla mandibola.

Il legale dell’imputato potrà presentare ricorso in Appello contro la condanna per lesioni, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, entro i prossimi novanta giorni.