Colpì un infermiere con uno schiaffo al volto. 60enne rischia il processo per lesioni

Intanto, sia l’infermiere che l’Asl e l’ordine delle professioni hanno depositato l’atto di costituzione di parte civile.

Un 60enne di Surbo, accusato di aver colpito un infermiere con uno schiaffo al volto, nei corridoi del pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, rischia di finire sotto processo. Egli l’avrebbe aggredito poiché la moglie stava, a suo dire, in attesa da troppo tempo per una visita.

Questa mattina, si è svolta l’udienza predibattimentale davanti al giudice monocratico Maddalena Torelli che è stata rinviata al 3 febbraio del 2025, per impedimento di un difensore.

Intanto, sia l’infermiere (assistito dall’avvocato Ivan Feola) che l’Asl e l’ordine delle professioni infermieristiche (difesi rispettivamente dagli avvocati Alfredo Cacciapaglia e Mario Stefanizzi) hanno depositato l’atto di costituzione di parte civile su cui dovrà pronunciarsi il giudice nella prossima udienza, decidendo se ammetterla.

L’Asl ha chiesto un risarcimento di 2mila euro  “quale costo delle giornate lavorative non retribuite…e del costo dovuto alla disfunzione del servizio per responsabilità dell’imputato”.

L’ordine delle professioni infermieristiche, depositando la costituzione di parte civile, ha voluto lanciare un segnale per l’allarme sociale che si è creato a causa delle numerose aggressioni ai sanitari.

Nella prossima udienza, l’imputato, difeso dall’avvocato Diego De Cillis, potrebbe chiedere di patteggiare la pena.

Nei mesi scorsi, l’imputato è stato raggiunto da un decreto di citazione diretta a giudizio con l’accusa di lesioni personali aggravate.

L’episodio “incriminato” risale al 3 giugno dello scorso anno, intorno alle 21. 30. Quel giorno, l’infermiere dopo essere uscito da una stanza per recarsi da un paziente per eseguire un prelievo del sangue, veniva avvicinato dal 60enne di Surbo che prima lo offendeva verbalmente e poi lo colpiva con ceffone in pieno volto. L’infermiere rimediò un trauma cranico facciale con prognosi di 4 giorni e conseguente inabilità assoluta dal lavoro per 7 giorni. Il 60enne chiese scusa per quanto accaduto.

Ora si attendono gli sviluppi dell’udienza predibattimentale.