Aggredisce due guardie del penitenziario di Messina, nuovo tentativo di fuga per Fabio Perrone?

Fabio Perrone, noto a tutti con il soprannome di Triglietta, ha aggredito e ferito due agenti di polizia penitenziaria del carcere di Messina, dove è detenuto. Il 6 novembre 2015 riuscì ad evadere in maniera rocambolesca durante una visita medica all’ospedale di Lecce.

Se dietro l’aggressione a due agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Messina si nasconde un tentativo di fuga mal riuscito non è dato saperlo, fatto sta che Triglietta torna a far parlare di sé. Stando a quanto riferito dal Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, infatti, Fabio Perrone si sarebbe scagliato con violenza contro il personale di scorta che lo stava ‘accompagnando’ dal penitenziario, dove era stato da poco trasferito dal carcere di massima sicurezza di Catanzaro, in Tribunale.
  
Il 43enne di Trepuzzi, ritenuto vicino alla Scu, si è fatto conoscere per la sua ‘crudeltà’ e per la fama di essere un uomo senza scrupoli, pronto a tutto proprio perché non ha più nulla da perdere. Più volte finito sulle prime pagine della cronaca locale, anche per l’omicidio di un cittadino montenegrino in un bar, dove tentò di ammazzare anche il figlio di quest’ultimo, ha conquistato la ribalta nazionale dopo l’evasione da film dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. A colpi di pistola, sfilata dalla fondina di un’agente che lo scortava, Triglietta era riuscito a farsi strada fino al parcheggio dove ha rubato l’auto di una malcapitata. Era riuscito a far perdere le sue tracce fino a quando non è stato stanato nella sua città natale, Trepuzzi, ospite di un  barista finito nei guai per favoreggiamento. 
  
«L’uomo, noto per le sue intemperanze e per la sua aggressività – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe – era in procinto di essere accompagnato al Tribunale, ma ancor prima di uscire dall'istituto ha messo in atto una violenta aggressione nei confronti del personale di scorta per motivi che ancora si sconoscono».
  
«Quella di Messina – tuona il segretario generale – è l’ennesima grave e intollerabile aggressione da parte di un detenuto ai danni di poliziotti penitenziari. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante, nonostante si sprechino dichiarazioni tranquillizzanti sul superamento dell’emergenza penitenziaria».



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