Un ingegnoso piano di estorsione nei confronti del figlio del proprio ex compagno, oramai deceduto, è costato una condanna a 3 anni ed 8 mesi ad una collaboratrice scolastica. La 53enne di Diso, Maria Domenica Minonne dovrà pagare anche una multa di 8.000 euro, secondo quanto stabilito dal Gup Alcide Maritati, nel processo in abbreviato. Il Pm Angela Rotondano aveva invocato 4 anni e di reclusione ed il pagamento di 4.000 euro, mentre il difensore della donna, l'avvocato Luigi Rella si era espresso per l'assoluzione.
La Minonne era stata arrestata il 18 luglio 2014 dai carabinieri della stazione di Cavallino, in collaborazione con quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile di Lecce, con l’accusa di estorsione continuata ed era stata ristretta ai domiciliari. La donna, infatti, avrebbe preteso denaro da un 40enne di Lecce, figlio di un suo ex compagno. L'ignara vittima sarebbe stata costretta, in pochi mesi, a consegnarle circa 50mila euro.
I carabinieri per arrivare all'arresto della donna, le avrebbero teso una "trappola", in accordo con il figlio; avrebbero, infatti, monitorato il momento della consegna "controllata" di denaro e provveduto a fotocopiare i numeri di serie delle banconote, che la vittima dell’estorsione avrebbe dovuto consegnare. I carabinieri intervennero, nel momento in cui la donna ricevette il denaro, bloccando la Minonne e rinvenendo le banconote fotocopiate.
La 53enne di Diso, secondo quanto accertato dagli inquirenti, avrebbe anzitutto cercato di "impietosire" la vittima, raccontandogli di avere avuto un'intensa relazione con il padre oramai defunto, per amore del quale, avrebbe consegnato all'uomo 70.000 euro. Partendo da questo pretesto, la Minonne avrebbe cercato di convincere il 40 enne leccese a restituirgli il denaro, poiché ne aveva disperatamente bisogno.
Gradualmente, il tranello teso dalla Minonne cominciò a funzionare. La donna sarebbe riuscita, nel giro di 4 mesi, a farsi consegnare ben 48.500 euro. In realtà, la vittima dell'estorsione ad un certo punto cominciò ad avere dei tentennamenti e la collaboratrice scolastica sarebbe arrivata a minacciarlo, anche per mezzo di sms minatori e facendo intervenire una terza persona per convincerlo a pagare.
Nell’udienza di convalida del luglio 2014, dinanzi al gip Vincenzo Brancato, la 53enne ha negato qualsiasi addebito, fornendo una ricostruzione diversa dell’accaduto. La Minonne avrebbe riferito al giudice di essere stata lei a subire minacce dal 40enne leccese. Inoltre, pur ammettendo di aver avuto una relazione sentimentale con il padre, ha negato di averlo minacciato. Il gip ha comunque convalidato l'arresto, confermando la misura dei domiciliari.
