
1 gennaio 2017. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 5.00 del mattino, quando una pattuglia della Digos, impegnata a controllare gli obiettivi sensibili, ha notato un involucro sospetto, confezionato con carta e stoffa, ‘abbandonato’ davanti ad una libreria di via Leonardo Da Vinci, a pochi passi dal centro storico di Firenze. Un luogo che ha la fama di essere vicino a CasaPaund, simpatico alla ‘destra’, insomma. Era un pacco con fili elettrici e un timer, incastrato in una rete metallica installata per proteggere la saracinesca.
La zona è stata immediatamente isolata, così come prevede la ‘procedura’ in questi casi. Poi la telefonata in Questura «c’è bisogno di un artificiere». L’agente è giunto sul posto in pochi minuti e mentre stava per esaminare l’ordino per capire come disinnescarlo, è scoppiato. L’esplosione è stata devastante. Mario Vece che con coraggio si era avvicinato alla bomba rudimentale, ma capace di uccidere, è rimasto gravemente ferito. Perderà la mano sinistra, amputata per le lesioni e l’occhio destro.
Sette mesi di indagini serrate, di pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, di analisi sulle tracce biologiche che i terroristi avevano lasciato lungo la loro strada, ma cinque anarchici intenzionati a far tornare gli anni del terrore sono stati consegnati alla giustizia. Sono accusati di costruzione detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo micidiale, tentato omicidio e danneggiamento aggravato
Altri tre sono stati fermati per l’attentato del 21 aprile contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano, colpita dal lancio di una molotov. Rispondono di porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi e danneggiamento aggravato.
Il blitz è scattato questa mattina, alle prime luci dell’alba e un filo rosso ha collegato Firenze a Roma e a Lecce, dove è stato fermato uno dei cinque anarchici coinvolti nell’attentato di Firenze. Si tratta di Pierloreto Fallanca, 30enne di Martinsicuro, centro in provincia di Teramo fermato a Melendugno. L’uomo aveva scelto di trovare ‘rifugio’ in un centro sociale, occupato il 28 luglio, a pochi passi dalla Grotta della Poesia. Non ha battuto ciglio quando si è trovato di fronte gli uomini della Digos, guidati dal dirigente Lucia Cundari o semplicemente non ha avuto il tempo di reagire. Insieme a lui altre 7 persone, tutte del posto.
Il 30enne – volto già noto alle forze dell’ordine – è assistito dagli avvocati Sauro Poli (del Foro di Firenze) e Francesco Calabro di quello di Lecce.
«Il Salento non è meta solo di turisti – ha dichiarato il Questore di Lecce, Leopoldo Laricchia – ma anche di personaggi che si dedicano ad attività criminali. Siamo soddisfatti di aver collaborato con la Questura di Firenze e contribuito a fermare questo terrorista che insieme ad altri è accusato di aver fabbricato un ordigno che ha catapultato Firenze negli anni ‘70»