
“L’indagato ha agito nella convinzione della giustizia delle sue lamentele“. Con questa motivazione, il gip Edoardo D’Ambrosio ha archivato l’inchiesta a carico del vicecomandante dei vigli urbani di Gallipoli (all’epoca dei fatti), Giuseppe Parisi, difeso dal legale Giampiero Tramacere. Non sussisterebbe l’elemento soggettivo della consapevolezza della falsità.
L’indagato, secondo il giudice, non sarebbe colpevole del reato di calunnia nei confronti di Paola Vitali (già Comandante durante l’amministrazione Errico). Neanche di diffamazione, poiché il 63enne di Taviano avrebbe esercitato il diritto “di agire in via amministrativa e giudiziaria”.
Il gip, dopo l’udienza camerale dei mesi scorsi, ha rigettato la richiesta di opposizione all’archiviazione, avanzata dall’avvocato Giancarlo Zompì, difensore di Poala Vitali. In precedenza, invece, il pm Paola Guglielmi aveva chiesto l’archiviazione del procedimento.
L’inchiesta madre
Nei mesi scorsi, la Procura aveva accolto la richiesta di sequestro degli atti, avanzata dall’avvocato Tramacere, in qualità di difensore di Giuseppe Parisi. Già a partire dall’ottobre del 2016, il legale aveva presentato due denunce (l’altra risale a dicembre), sulle presunte irregolarità del concorso per titoli a tempo determinato, riservato al personale interno, bandito dal Comune di Gallipoli. Vi erano in lizza due candidature per il ruolo di comandante: quella di Paola Vitali e di Giuseppe Parisi.
Gli uomini della Polizia giudiziaria, guidati dal vice questore Antonio De Carlo, su delega del Pm, infatti, avevano disposto il sequestro probatorio di tutti gli atti relativi alla pubblicazione del primo bando del concorso, indetto dal Comune e riservato al personale interno. In seguito, è “caduta” l’accusa di abuso d’ufficio, come chiesto dal pubblico ministero.