Calunnie all’asilo nido sulle somministrazioni di tranquillanti ai bambini. Prescritto il reato in Appello

La sentenza è stata comunque parzialmente riformata. G.N. 41enne di Nardò è stato assolto ‘perchè il fatto non sussiste’ per il reato di false comunicazioni al pm. Invece, è intervenuta la prescrizione ed il reato di calunnia è stato dichiarato estinto dalla Corte.

Un'inquietante vicenda su presunte somministrazioni di tranquillanti ai bambini di un asilo nido, che aveva gettato nel panico numerose famiglie di Nardò e dintorni. In realtà, ad alimentare l'inchiesta, avrebbero contribuito alcune dichiarazioni calunniose e questo aspetto è emerso anche nel secondo grado di giudizio. La sentenza è stata comunque parzialmente riformata.
G. N., 41enne di Nardo, è stato assolto "perché il fatto non sussiste", per il reato di false comunicazioni al pm.
 
Invece, è intervenuta la prescrizione ed il reato di calunnia è stato dichiarato estinto dalla Corte di Appello (Presidente Vincenzo Scardia a latere Antonio Del Coco e Francesco Aliffi).
 
Il vice procuratore generale Ferruccio De Salvatore, in precedenza, ha invocato la conferma della sentenza di primo grado. Invece, sono state ribadite le statuizioni civili e dunque il risarcimento del danno di 10.000 euro, in favore delle due maestre, titolari dell'asilo nido "La Carica dei 101". Esse si erano costituite parte civile con l'avvocato Luigi Rella.
 
G. N., 41enne di Nardo era stato condannato ad 1 anno e 6 mesi, con sospensione della pena, in primo grado. La sentenza venne emessa, nel novembre di due anni fa, dal giudice monocratico Marcello Rizzo. Essa venne però successivamente impugnata dal difensore dell'imputato, l'avvocato Giuseppe Bonsegna, e si arrivò al processo in Appello.
 
Il legale, in attesa delle motivazioni della sentenza, valuterà se presentare ricorso anche in Cassazione. Egli ha ribadito anche ieri in udienza, come non sia configurabile il reato di calunnia nei confronti di G. N. ,anche perché le indagini e il successivo processo hanno preso il via, sulla scorta della denuncia di un'altra persona.
 
Infatti, l'inchiesta venne aperta dopo la querela presentata da una madre, il 7 aprile del 2008. La donna segnalava come la figlia, all'uscita dall'asilo, manifestava sonnolenza e intontimento. Vennero eseguite le analisi delle urine dei bambini che risultarono negative. In due casi, però, dagli accertamenti eseguiti presso un altro laboratorio, risultarono delle tracce di benzodiazepine.
 
Alcune verifiche su tali analisi dimostrarono un'anomalia: la sostanza non era stata ingerita e metabolizzata dall'organismo dei bambini, bensì era stata aggiunta a posteriori nelle urine. I successivi  esami tricologici (perizia sui capelli) avrebbero eliminato ogni dubbio. Sulla scorta di questi accertamenti il pm Angela Rotondano chiese l'archiviazione del procedimento, poi disposta dal gip Ercole Aprile.
 
Invece, l'imputato, secondo l'accusa, sentito come persona informata dei fatti dai Carabinieri di Nardò, in relazione alla denuncia presentata dalla madre di un bambino, rilasciava , tra aprile e luglio di otto anni fa, alcune dichiarazioni ritenute in seguito dagli inquirenti  false e calunniose.  
In particolare, riferiva di una telefonata da lui ricevuta, di un funzionario dell'Asl, il quale lo informava che nell'Asilo Nido di suo figlio, venivano somministrati tranquillanti. 



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