‘Chiedo scusa ai familiari del ciclista’. Il presunto killer della strada risponde alle domande del giudice

Nell’udienza di convalida dinanzi al Gip, il 33enne di Squinzano Andrea Taurino ha risposto a tutte le domande. Nelle prossime ore, il giudice deciderà se convalidare l’arresto e confermare la misura cautelare del carcere. Sempre nel corso della giornata, si svolgerà l’autopsia.

Risponde a tutte le domande del giudice il presunto killer del ciclista leccese, Andrea Taurino, accusato di omicidio volontario per la morte Franco Amati, un pasticciere in pensione. Nell'udienza di convalida, il 33enne di Squinzano è stato raggiunto nel carcere di ‘Borgo San Nicola’ dal Gip Cinzia Vergine. Sul contenuto delle dichiarazioni rilasciate da Taurino e sulla possibile strategia difensiva dei suoi avvocati Marco Pezzuto ed Antonio Savoia, vige il massimo riserbo. Di certo, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, come ipotizzato inizialmente. Taurino ha anzitutto chiesto scusa alla famiglia di Amati, pur essendo consapevole che " le parole non possono colmare il vuoto lasciato dalla morte del proprio caro". Inoltre, il 33enne ha ammesso di avere fatto uso di eroina,durante la mattinata, nel giorno in cui si è consumata la tragedia. Intanto, il giudice delle indagini preliminari ha convalidato l'arresto e disposto la misura cautelare del carcere per omicidio volontario e tentato omicidio, come richiesto dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta.
 
Le prime parole pronunciate da Andrea Taurino, subito dopo l'arresto, erano state "Non volevo uccidere nessuno". Difatti, pochi minuti dopo essere finito in manette, il 33enne parlando con il suo legale avrebbe negato tra le lacrime, sia di aver litigato con i due ciclisti che di essersi deliberatamente scagliato con la vettura contro di essi, spinto dal chiaro intento di ucciderli. È la sua parola, contro quella del 62enne Ugo Romano, l’amico ciclista del pasticcere ammazzato, travolto anche lui sulla Casalabate-Squinzano e ricoverato al Fazzi, in condizioni piuttosto gravi (ha riportato traumi all'emitorace, al bacino ed alla clavicola ed una profonda ferita all'orecchio sinistro). «Ci è venuto addosso di proposito» ha raccontato il ciclista sopravvissuto, ricordando quei drammatici momenti in cui ha visto morire l’amico.
 
 I primi esami hanno evidenziato tracce di oppiacei nelle urine e già da tempo Taurino è noto essere un consumatore abituale di stupefacenti. Invece, I campioni di sangue, prelevati a Taurino dopo l'arresto, sono stati sequestrati dai carabinieri di Santa Rosa (assieme ai colleghi di Squinzano stanno conducendo le indagini)  su richiesta del pubblico ministero Giovanni Gagliotta.
 
Il pm intende accertare, il momento in cui Taurino avrebbe assunto la droga; dunque, il lasso di tempo intercorso tra l'uso di sostanze stupefacenti e la morte di Amati.
Oggi intanto il medico Alberto Tortorella è stato incaricato dal sostituto procuratore Gagliotta di eseguire l’autopsia sul corpo dello sfortunato ciclista. I familiari della vittima, difesi dagli avvocati  Luigi Suez e Diego De Cillis non hanno nominato nessun consulente di parte. Inoltre, il pm ha richiesto una consulenza sulla strada, teatro della tragedia, affidata all'ingegnere Lelly Napoli. Si tratta di " un accertamento tecnico ripetibile", (senza interessare le parti coinvolte nel procedimento) che aiuterà a ricostruire la dinamica dell'accaduto.



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