Colpito da un pugno, si reca armato a casa dell’aggressore: 45enne gallipolino sotto processo

Cosimo Cavalera è stato assolto, poiché il gup ha disposto per il reato di violenza privata aggravata dalle modalità mafiose, il non luogo a procedere. Questo presupposto, avrebbe fatto in modo, che per Gianluca Damonte cadesse almeno l’accusa di favoreggiamento.

Finisce sotto processo dopo l'udienza preliminare, un 45enne gallipolino accusato di avere minacciato, impugnando una pistola, un suo concittadino che lo aveva a sua volta aggredito. Gianluca Damonte, dopo la decisone del gip Stefano Sernia, dovrà presentarsi in data 24 febbraio 2016 per l'inizio del processo, dinanzi al giudice Sergio Tosi della prima sezione in composizione monocratica.

Il pubblico ministero d'udienza Maria Rosaria Micucci aveva avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, con le accuse di minaccia aggravata e danneggiamento aggravato; porto d'armi abusivo e favoreggiamento. Su quest'ultima, il difensore di Damonte, l'avvocato Luigi Suez aveva sollevato un'eccezione, accolta  dal giudice che ha prosciolto l'imputato da quest'accusa. Invece, il 39enne di Gallipoli ,Cosimo Cavalera, difeso dall'avvocato Ivana Quarta, è stato assolto, poiché il gup ha disposto per il reato di violenza privata aggravata dalle modalità mafiose, il "non luogo a procedere".

L'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone permise di fare luce sul l'aggressione subita da un giovane di Gallipoli, legato ad una famiglia conosciuta in ambito criminale.  Accadde difatti che, la sera del 10 marzo di cinque anni fa, Damonte minacciò il ragazzo che si era chiuso in casa assieme al padre, rivolgendogli pesanti minacce del tipo: "esci che ti sparo in testa" .Inoltre, per sfogare la propria rabbia, avrebbe preso a calci la porta d'ingresso e mandato in frantumi la vetrata, ferendosi ad una mano. Egli avrebbe messo in atto la "visita", come reazione ad un pugno in testa ricevuto dal giovane, dopo una rissa avvenuta all'esterno di un bar di Gallipoli. Damonte subì la sera stessa anche un'intimidazione, poiché gli venne incendiato il motociclo. Inoltre nella stessa convulsa giornata, sarebbe, secondo l'accusa, entrato in scena un terzo personaggio. Difatti, il 45enne gallipolino sentito dai carabinieri, si mantenne vago e soprattutto non riferì un particolare ritenuto importante dagli inquirenti.

La sera in cui si recò a casa del suo "aggressore", presumibilmente per vendicarsi, Damonte sarebbe stato convinto a desistere dal suo piano, per l'intervento di Cosimo Cavalera. Questi, persona dall'aspetto possente e legata alla Scu ed al nome di Pompeo Rosario Padovano avrebbe "suggerito" a quest'ultimo di recarsi al pronto soccorso per curare la ferita procuratosi alla mano, riferendo però di essere caduto con lo scooter. Inoltre lo stesso Cavalera avrebbe " convinto, le numerose persone accorse a curiosare attorno all'abitazione della famiglia minacciata da Damonte, a " prendere il largo".

Il giudice, nell'udienza odierna ha presumibilmente ritenuto che l'intervento di Cavalera, se si fosse pure verificato, non costituisse comunque reato. Egli è stato prosciolto dall'accusa di "violenza privata". Questo presupposto, avrebbe fatto in modo, che per lo stesso Damonte, cadesse l'accusa di "favoreggiamento".



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