Giovane di Lizzanello freddato a colpi di pistola nel ’99, tre ergastoli per l’omicidio di Gabriele Manca

Il giovane scomparve dal comune salentino e venne trovato cadavere. I giudici hanno inoltre disposto una provvisionale ed il risarcimento del danno in separata sede, per i familiari della vittima.

Arrivano tre ergastoli per lomicidio di Gabriele Manca, scomparso da Lizzanello il 17 marzo 1999 e ritrovato senza vita il 5 aprile, in una zona di campagna. I giudici della Corte d’Assise (Presidente Francesca Mariano, a latere Pietro Errede e giudici popolari), dopo la lunga camera di consiglio tenutasi presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, hanno condannato al carcere a vita ed all’isolamento diurno per 1 anno: Omar Marchello, 40enne di Lizzanello, Giuseppino Mero, 54enne di Cavallino e Pierpaolo Marchello, 41 anni di Lizzanello. Accolta in toto, la richiesta del sostituto procuratore della Dda Carmen Ruggiero che, in una scorsa udienza, aveva invocato l’ergastolo per tutti.

I giudici hanno inoltre disposto il risarcimento del danno in separata sede ed una provvisionale di 50mila ciascuno per il padre, la madre e i tre fratelli di Gabriele Manca, che si erano costituiti parte civile, attraverso il legale Fabrizio D’Errico.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Umberto Leo, Fulvio Pedone, Giancarlo Dei Lazzaretti, Germana Greco, i quali una volta depositate le motivazioni della sentenza (previste entro 90 giorni) presenteranno ricorso in Appello. Il collegio difensivo ha sostenuto che si sia trattato di un processo puramente indiziario. Basato unicamente sulle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, ritenute false e contraddittorie.

Nei mesi scorsi, invece, il gup Cinzia Vergine al termine del rito abbreviato ha condannato a 30 anni Carmine Mazzotta, 47enne di Lecce.

I quattro rispondono dell’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione e porto abusivo di armi.

L’inchiesta

Gabriele Manca scomparve da Lizzanello il 17 marzo 1999 e il cadavere venne rinvenuto il 5 aprile successivo in una zona di campagna sulla strada Lizzanello-Merine, a ridosso di un muretto a secco. Le indagini permisero di accertare che il giovane era stato attinto da vari colpi di pistola cal. 7,65 alle spalle, alcuni dei quali esplosi a breve distanza. E si sono avvalse delle dichiarazioni rese da alcuni testimoni e dai due collaboratori di giustizia, Alessandro Saponaro ed Alessandro Verardi. Venne a galla un aspro contrasto tra la vittima e Omar Marchello, il quale circa due anni prima dell’omicidio, nel corso di una discussione verosimilmente sorta per questioni legate al traffico di stupefacenti nel territorio di Lizzanello, era stato ferito al volto con un coltellino dallo stesso Manca. Inoltre, il 21enne avrebbe definito Omar Marchello “un infame” per aver sporto denuncia nei suoi confronti dopo il ferimento.

E poi, il “pentito” Alessandro Verardi, esponente di vertice della frangia del sodalizio mafioso operante su Merine, Lizzanello e Cavallino, ha riferito che Omar Marchello decise l’eliminazione fisica di Manca insieme a Mazzotta, anche lui esponente del gruppo criminale operante su quel territorio. Aggiungendo che l’agguato era stato teso grazie al contributo di Giuseppino Mero (attivo nel traffico di sostanze stupefacenti nella medesima area) che lo aveva condotto nella campagna dove ad attenderlo vi erano gli altri.



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