Abusi sessuali sulle figlie della compagna? Condanna a 8 anni e 6 mesi per lo “zio”

Non solo, poiché è stato disposto il risarcimento del danno in favore delle due minori. I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra il 2015 e il mese di ottobre del 2017.

Arriva la condanna per lo “zio” accusato di avere abusato per quasi tre anni, delle figlie minorenni della nuova compagna.

Il collegio della prima sezione penale (Presidente Stefano Sernia) ha inflitto la pena di 8 anni e 6 mesi ad un 50enne di Ugento. Non solo, poiché è stato disposto il risarcimento del danno in via equitativa, di 50 mila e 20 mila euro per le due minori, assistite dall’avvocato Tiziana Petrachi. Invece, i genitori delle vittime di abusi si sono costituiti parte civile con gli avvocati Biagio Palamà e Roberto Bray. L’imputato è difeso dall’avvocato Martino Carluccio, il quale una volta depositate le motivazioni della sentenza, entro il termine di 60 giorni, farà ricorso in Appello.

Ricordiamo che in una precedente udienza, invece, il pm Maria Rosaria Micucci aveva invocato la condanna ad 8 anni per l’imputato. Il 50enne rispondeva dell’accusa di violenza sessuale aggravata. Inizialmente si trovava ai domiciliari, ma dopo avere violato le prescrizioni è finito in carcere.

Le accuse

I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra il 2015 e il mese di ottobre del 2017.

Secondo il pm, l’uomo avrebbe abusato con palpeggiamenti e toccamenti, di una bimba di appena 3 anni, con il pretesto di cambiarle il pannolino.

Nel caso della sorella maggiore di 6 anni, invece, il 50enne è accusato di averle abbassato i pantaloni e le mutandine, per poi baciarla e toccarla nelle parti intime.

Nell’ottobre di tre anni fa, infatti, arrivò una segnalazione dell’ospedale di Gallipoli e venivano riferiti dei possibili segni di violenza sessuale ai danni della bimba, dopo una visita ginecologica. E a quel punto scattarono le prime indagini dei carabinieri. I sospetti inizialmente ricaddero su un’altra persona. In seguito, però, emersero nuovi elementi investigativi a carico dell’odierno indagato. Difatti, arrivò la relazione della comunità in cui si trovavano le due bimbe. La più grande si sarebbe confidata con un’operatrice, dicendo che lo “zio” le faceva male in salotto. La bimba, successivamente, fu sentita durante un’audizione protetta, nel corso della quale confermò le accuse verso di lui, aggiungendo che avrebbe abusato anche della sorellina più piccola.



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