Condannato per rapina, deve scontare il resto della pena in cella: domiciliari revocati a un 40enne

Si aprono le porte del carcere per Luciano Liuzzi, 40enne brindisino ma residente a Squinzano, il quale deve scontare una pena di 5 anni e 11 mesi di detenzione per rapina. L’uomo si è vista così cambiata la misura domiciliare in quella carceraria.

Dagli arresti domiciliari, a quelli in cella. Nel primo pomeriggio di ieri, in quel di Squinzano, i militari della locale Stazione Carabinieri hanno dato esecuzione all’ordine di revoca della detenzione domiciliare e ripristino della custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio Sorveglianza per le Circoscrizioni di Lecce e Brindisi, nei confronti di Luciano Liuzzi, nato a Brindisi e classe 1977, residente a Squinzano.
 
L’uomo, celibe e pluripregiudicato, viene dipinto dalle Forze dell’Ordine come uno tra gli esponenti di spicco della criminalità locale, condannato a espiare la pena residua di anni 5 e mesi 11 di reclusione per il reato di rapina.
 
Il provvedimento nasce poiché nei confronti dell’individuo, già ammesso alla misura alternativa della detenzione domiciliare, è divenuto esecutivo un nuovo titolo sancito da una sentenza della Corte di Appello di Lecce con la quale lo ha condannato alla pena di anni 5 e mesi 11 di reclusione per il reato di rapina.
 
La pena residua cumulata, però, ha superato il limite dei due anni, comportando così la revoca della detenzione domiciliare e il conseguente trasferimento in carcere dello stesso 40enne.
 
L'uomo, come detto, non è nuovo alle cronache. Liuzzi, infatti, era già ai domiciliari dal lontano 2013 a seguito ad un’ordinanza del Tribunale di Lecce emessa nell’ambito del processo deniminato “Brek Open”. Si trattava di un’operazione condotta dalla Polizia del capoluogo salentino a contrasto del fenomeno delle così dette “spaccate” ai danni di esercizi commerciali.



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