Operazione “Filo d’Arianna 2” su mafia, droga ed armi.  Arrivano 33 condanne per oltre 250 anni di reclusione

Al termine del processo con rito abbreviato, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, sono arrivate oggi anche sette assoluzioni.

Si conclude con 33 condanne, per oltre due secoli e mezzo di carcere, ma anche con sette assoluzioni, il maxi processo con rito abbreviato relativo all’inchiesta “Filo d’Arianna”, sulle presunte attività illecite del clan Politi di Monteroni e del gruppo facente capo al presunto boss Nocera, come le estorsioni, ma anche il traffico di droga, con il coinvolgimento di imprenditori e di un finanziere. Le indagini dei carabinieri del Ros portarono nel maggio del 2023 a ben 16 arresti su richiesta del pm Carmen Ruggiero della Dda.

Al termine dell’udienza di oggi, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, il gup Silvia Saracino ha inflitto: 14 anni per il presunto boss Fernando Nocera 68enne, originario di Cerignola, ma residente a Lecce; 20 anni per Gabriele Tarantino, 44enne residente a Preganziol di Treviso e domiciliato a Monteroni di Lecce (ritenuto tra i capi del sodalizio); 16 anni per Ludovico Tarantino, 29enne, residente a Monteroni di Lecce; 2 anni e 4 mesi per Francesco Politi (detto “Checco”), 46enne di Monteroni; 11 anni e 4 mesi per Raffaele Sperti, 44enne di Carmiano; 15 anni e 6 mesi per Antonio Giordano, 52enne di Monteroni di Lecce; 10 anni per Antonio Giordano detto “Lucio”, 37enne di Monteroni di Lecce; 11 anni e 4 mesi per Pierpaolo Panarese, 40enne residente a Lecce, 10 per Giacomo Pulli, 39enne di Monteroni di Lecce e per Alessandro Ciminna; 38enne di Monteroni di Lecce; 10 anni e 4 mesi per Marco Ciminna, 37enne di Monteroni di Lecce; 9 anni e 4 mesi per Antonio Quarta, 38enne di Monteroni di Lecce e 5 anni ed 8 mesi per Cosimo Miggiano, 42enne di Muro Leccese; 9 anni e 4 mesi per Andrea Maniglia, 48enne di Monteroni di Lecce e 10 anni e 4 mesi per Francesco Alessandro Iacono, 41enne di Leverano; 1 anno e 4 mesi a Danny Antonio Caramuscio, 33enne di Monteroni; 4 anni per Francesco Carrozzo, 38enne di Carmiano; 13 anni e 4 mesi per Gerardo Civino, 44enne di Monteroni (finanziere di stanza a Brindisi, all’epoca dei fatti); 9 anni e 8 mesi per Gianluca Di Bella, 42enne di Monteroni; 9 anni e 8 mesi per Vito Giancane (detto “Vito Fallocco”), 34enne di Monteroni; 5 anni e 6 mesi ad Alberto Giordano, 48 anni di Monteroni; 7 anni e 4 mesi per Alessandro Giordano, 38enne di Monteroni; 9 anni e 4 mesi per Cosimo Lacitignola, 37enne residente a Monteroni; 4 anni e 8 mesi per Pasquale Lombardi, 66enne di Pomezia.

E ancora 6 anni per Klevis Mecaj, 38enne nato a Valona e residente a Surbo; 2 anni per Gioele Miglietta, 27enne di Monteroni; 4 anni, 2 mesi e 20 giorni a Giuseppe Paladini (detto “Pizzingrillo”), 57enne di Carmiano; 10 anni e 10 mesi per Giovanni Parlangeli, 42enne domiciliato a Magliano; 2 anni per Eugenio Pinto, 38enne di Copertino, 8 anni per Nicola Pinto, 36enne di Lecce; 2 anni e 4 mesi per Andrea Saponaro, 32enne di Lecce; 6 anni per Carlo Zecca, 35enne di Lecce.

Rispondono a vario titolo delle accuse di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, autoriciclaggio, porto abusivo di armi, ma sono stati assolti per alcuni singoli episodi.

Invece, è arrivata l’assoluzione da ogni accusa per Marco Caramuscio, 40enne di Monteroni, Antonio D’Agostino, 52 anni di Monteroni (avvocati Gabriella Mastrolia e Giuseppe Romano), Marco Pallara, 42enne di Monteroni, Rosaria Quarta, 46enne di Monteroni (avvocato Massimo Bellini), Pierluigi Conte, 41enne di Carmiano; Pasquale Prato, 48enne di Carmiano; Paolo Spedicato, 37enne di Monteroni.

Il giudice, inoltre, ha condannato alcuni imputati a risarcire il Ministero dell’Interno, in separata sede. Invece, il finanziere Gerardo Civino dovrà risarcire il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Tra le parti civili compariva l’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta per l’episodio, finito tra le carte dell’inchiesta, della  tentata estorsione con finalità mafiose, ai suoi danni, del 29 dicembre 2018, quando sarebbe stato “sollecitato” da Emanuele Sperti e Pasquale Prato a versare 250mila euro a Fernando Nocera, poiché due creditori si erano rivolti, ritiene l’accusa, al presunto boss carmianese per il pagamento.

Prato e Nocera sono però stati assolti, mentre Emanuele Sperti ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario.

In una scorsa udienza, va detto, il gup ha accolto la richiesta del pm della Dda Carmen Ruggiero di acquisire i verbali sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Cesare Sorio, conosciuto come Alberto, che riguardano le posizioni dell’imprenditore Pierpaolo Panarese e di Carlo Zecca ed un’informativa dei carabinieri con attività investigativa a riscontro delle dichiarazioni.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Rocco Vincenti, Massimo Bellini, Augusto Pastorelli, Stefano Prontera, Cosimo D’Agostino, Valeria Corrado, Federico Martella, Stefano Pati, Mariangela Calò, Giancarlo Dei Lazzaretti, Ladislao Massari, Luigi e Roberto Rella, Alessandro Stomeo, Giuseppe Presicce, Laura Minosi, Antonio Savoia, Giuseppe Romano.