Dal mese di febbraio scorso avevano preso di mira ville di lusso in Via vecchia Carmiano a Lecce e nel territorio di Arnesano, prelevando beni di valore e, in alcuni casi, anche armi.
I furti accertati a seguito delle indagini della Squadra Mobile erano tre e, dalle immagini ricavate dai sistemi di videosorveglianza installati in alcune abitazioni, gli agenti della Questura sono stati in grado di appurare che a compiere le azioni erano in quattro, che si introducevano nelle ville scavalcando il muro di cinta e agivano nei giorni di mercoledì e giovedì in un orario compreso tra le 18.00 e le 20.00.
Ma c’è di più: dallo studio meticoloso delle stesse riprese, si è potuto risalire ad una delle auto utilizzate dai malviventi, una Peugeot 607 di colore azzurro chiaro.
Sulla scorta degli elementi acquisiti, gli agenti della Squadra Mobile nel pomeriggio di ieri hanno effettuato un servizio di osservazione nella zona compresa tra Via Vecchia Carmiano e Contrada Condò nel comune di Arnesano, notando sopraggiungere la “Peugeot 607” intorno alle 18.30. L’autovettura era seguita da un’altra macchina, una Citroen Xsara station wagon. Intorno alle 19.20 la sala operativa della Questura ha avuto notizia della commissione di un furto in una villa ad Arnesano, sulla strada provinciale per Lecce.
Individuando immediatamente la via di fuga, con l’ausilio dei colleghi delle Volanti, che si erano nel frattempo si sono posizionati sulla Superstrada all’altezza dello svincolo per Surbo, hanno bloccato la via di fuga, facendo sì che gli investigatori della Squadra Mobile fermassero gli autori del furto.
A bordo delle due autovetture sono stati rinvenuti arnesi atti allo scasso, cinque radioline ed alcuni capi di abbigliamento utili al travisamento, quali scalda collo e berretti con visiera.
I riscontri effettuati hanno portato all’arresto in flagranza degli occupanti delle due autovetture. Si tratta di sei uomini, tutti residenti a Bari: Antonio Fanelli, 33enne; Luigi Zaccaria, 55enne; Marco De Noia, 41enne; Alfonso Di Natale, 34enne, Antonio Patruno, 37enne e Giuseppe Patruno, 25enne. Tutti noti alle Forze dell’ordine per reati analoghi, tranne Di Natale che è risultato essere incensurato.
La refurtiva, consistente in oggetti in argento quali vassoi e brocche, non è stata rinvenuta in quanto abbandonata in un luogo sconosciuto nei momenti concitati in cui gli agenti hanno bloccato i ladri. Tutti e sei sono stati arrestati in flagranza del reato di furto aggravato e di porto di arnesi atti allo scasso, sulla base di riscontri ottenuti dalle immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza dell’abitazione derubata, dalle quali è stato possibile accertare la presenza di ognuno di loro e l’utilizzo degli arnesi rinvenuti nelle loro autovetture.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di turno, Francesca Miglietta ha disposto l’accompagnamento presso la Casa Circondariale di Lecce.
“Per giungere a questo risultato l’impegno profuso è stato altissimo”, hanno dichiarato i vicequestori aggiunti Eliana Martella, Alberto Somma e Elena Raggio
“Negli ultimi due mesi abbiamo dato vita a un piano particolareggiato per giungere al risultato ottenuto oggi. Abbiamo studiato il fenomeno, le zone in cui c’è stata una maggiore incidenza di furti e gli orari in cui questi avvenivano. Tutti i reparti hanno lavorato di concerto, la Squadra Mobile, la Squadra Volante e il Reparto Prevenzione Crimine.
Le indagini sono partite dal furto perpetrato ai danni di una villa di un avvocato lo scorso gennaio.
Gli arrestati non fanno riferimento a un gruppo criminale in particolare, ma tutti sono residenti nel Quartiere San Paolo a Bari e i colleghi della squadra Mobile del capoluogo pugliese stanno svolgendo altre indagini e, pensiamo in queste ore, stiano effettuando le perquisizioni domiciliari.
La refurtiva di ieri non è stata recuperata, perché, con ogni probabilità, è stata buttata via nel corso della fuga.
Si tratta di professionisti che studiavano la zona in cui colpire e gli orari in cui farlo; i furti accertati sono tre, ma riteniamo che possano essere una decina; così come non si può escludere che vi fosse un basista. A ogni modo ci sono ancora indagini in corso”.
