‘Denaro sporco’ investito nella propria attività? Assolto il titolare di una gioielleria di Lecce

Non colpevole perché il fatto non sussiste. Il Gup ha assolto Carlo Palumbo, 49enne di Melendugno, titolare di una gioielleria a Lecce accusato di aver investito denaro sporco nella propria attività.

Assoluzione per il gioielliere accusato di aver investito "denaro sporco" nella propria attività. Il gup Simona Panzera al termine dell'udienza preliminare ha ritenuto Carlo Palumbo, 49enne di Melendugno titolare di una gioielleria a Lecce, non colpevole del reato di riciclaggio, perché il fatto non sussiste. Non doversi procedere nei confronti della moglie Concetta Candido, 46 anni, di Melendugno, per l'estinzione del reato di intestazione fittizia dell’attività commerciale. In precedenza, il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Alessio Coccioli aveva  invocato due anni di reclusione per l'imputato e prescrizione per la moglie.
  
Secondo l'accusa, Carlo Palumbo avrebbe impiegato, nella sua attività commerciale, somme di denaro provenienti dal padre e ottenute da quest'ultimo con prestiti a tasso usurario. L'avvocato Luigi Corvaglia difensore dei coniugi aveva invece chiesto l’assoluzione nel merito per entrambi.
  
Ricordiamo che il 14 settembre venne sgominata dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Lecce una pericolosa associazione a delinquere dedita all’usura, all’esercizio abusivo del risparmio, a condotte estorsive, al riciclaggio, al reimpiego di denaro di provenienza delittuosa, nonché alla turbativa d’asta. Nell'avviso compaiono i nomi di 22 persone (inizialmente erano 29):  Antonio Gianluca Notaro, 34enne, il padre Luciano Notaro, 70enne, Mario Notaro, 72enne fratello di Luciano, Emanuela Notaro 40 enne di Galatina; Luigi Nuzzaci, 65enne, Carlo Palumbo, 81 nato a Galatina; Carlo Palumbo 47 anni nato a Monaco di Baviera; Massimo Palumbo, 51 di Melendugno; Francesco Palumbo, 44enne residente a Melendugno, Patrizia Palumbo 50 anni di Galatina; Italo Scudella, 76enne residente a Surbo, Luigi Sparapane, 57enne, ed il figlio Fabio Sparapane, 29enne; Pantaleo Nuzzo 53enne di Taranto ; Maria Antonica 69 enne di Galatina; Angelo Antonio Calabretti, 71enne di Galatina; Concetta Candido, 49enne di Melendugno; Anacleto Chittano 78 di Galatina; Anna Paola Dima 43enne di Melendugno; Biagio Luigi Garibaldini 55 anni di Galatina; Maria Luce Maglio 63enne di Galatina; Lucia Santoro 57enne di Melendugno. Venne anche disposto il sequestro dei beni per alcuni di essi, per un valore complessivo di 5 milioni di euro. Il Tribunale del Riesame, nel corso dei mesi però, annullò per tutti l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
  
Il sodalizio criminale risulterebbe capeggiato da soggetti contigui ad esponenti del clan mafioso Coluccia. La Guardia di Finanza, poi si è soffermata sulla partecipazione di alcuni indagati, a tramite "prestanome", alle "aste indette dal Tribunale di Lecce".



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