Doppia operazione della Guardia Costiera: sigilli a dune sabbiose, scoperti pescatori abusivi

Operazione della Guardia Costiera di Gallipoli: i militari hanno posto dei sigilli ad alcune porzioni di dune sabbiosa ricadenti in parte nell’area data in concessione. Un lavoro messo a punto grazie alla comparazione di aerofotogrammetrie.

Si conclude con l’apposizione di sigilli ad alcune porzioni di dune sabbiose – ricadenti parzialmente in un’area data in concessione per gli usi di un noto stabilimento balneare della cittadina cesarina – il lavoro della Guardia Costiera di Gallipoli. L’attività di indagine svolta, unintamente, i numerosi sopralluoghi che hanno impegnato i militari, hanno  fatto emergere – informano gli stessi operatori – diverse irregolarità in campo ambientale e demaniale.

Grazie infatti alla comparazione di dettagliate aerofotogrammetrie (un'attività fotografica utile al rilevamento delle caratteristiche del terreno non facilmente percepibili al livello del suolo) effettuate nel corso degli anni dai mezzi aerei delle forze dell’ordine costiere, sarebbero state individuate delle sospette interruzioni dei cordoni dunali, alcuni ricadenti in aree in concessione, altre in aree demaniali marittime lasciate alla pubblica fruibilità.

Dall’attività ispettiva, poi, scaturiscono due comunicazioni di notizie di reato per deturpamento di bellezze naturali in zone di particolare pregio naturalistico, di cui  una a carico del titolare di un lido della cittadina Ionica, l’altra  a carico di ignoti. Così, al fine di impedire la continuazione del reato ipotizzato, gli uomini della Capitaneria di porto di Gallipoli – su disposizione dell’Autorità Giudiziaria – hanno posto sotto sequestro un’area di circa quattrocentosessanta metri quadrati.

Risale alla scorsa notte, peraltro, un altro sequestro penale operato dai militari della Guardia Costiera: circa 500 metri di rete da pesca, calata da pescatori abusivi a poche decine di metri dall’imboccatura del porto.

Tale attività di pesca, oltre ad essere vietata dalle vigenti normative di settore, oltre a costituire nocumento per i pescatori professionisti, determina peraltro, l’immissione sul mercato di prodotto ittico di dubbia provenienza e potenzialmente dannoso per la salute del consumatore finale, poiché non sottoposto alle previste verifiche igienico-sanitarie.