Guide turistiche abusive, tutti in regola tranne una docente precaria. Per lei mille euro di sanzione

Dopo le numerose denunce dei giorni scorsi, sono partiti i controlli della polizia locale contro le guide turistiche non autorizzate. Mille euro di sanzione ad una professoressa precaria che arrotondava lo stipendio facendo da ‘Cicerone’.

Se volete svolgere l’attività di guida turistica e accompagnare i visitatori illustrando le bellezze della città, si sa, occorre avere il patentino ed essere iscritto all’albo provinciale ai sensi della legge regionale n. 13 del 2012. Eppure, non sono mancate le denunce da parte di chi il patentino ce l’ha, ma vede non pochi “Ciceroni abusivi” in giro per chiese e monumenti con tanto di gruppi organizzati al seguito.
 
Sono inevitabilmente scattati i controlli a tappeto della Polizia Locale per il contrasto all’esercizio abusivo delle attività professionali turistiche. Elenchi provinciali alla mano, gli agenti su due ruote, addetti al controllo del centro storico, hanno passato al setaccio i luoghi più frequentati dai numerosi gruppi di turisti che ancora affollano la nostra città.
 
Una decina le guide turistiche sono state fermate e controllate negli ultimi giorni. La maggior parte sono risultate in possesso dell’abilitazione regionale: due alla testa di gruppi provenienti dal barese, una brindisina, il resto della Provincia di Lecce, sette delle 287 iscritte nell’elenco provinciale a cui si accede sostenendo un apposito esame.
 
In un solo caso è scattata la sanzione amministrativa prevista dall’art. 9 della legge regionale. Ben mille euro ad una giovane professoressa di lettere precaria che, tra una supplenza e l’altra, arrotondava lo stipendio accompagnando in giro per la città gruppi di turisti per illustrare le bellezze del barocco leccese.
 
E qui nulla si può dire: che sembri giusto o no, gli agenti hanno applicato la Legge. Nulla si può fare se la signora multata sia una docente precaria, una delle tante vittime del “sistema scuola” tutto all’italiana, se la professoressa non arriva a fine mese e oggi si trova a dover versare quasi uno stipendio d’insegnante. Nulla si può fare. La Legge è Legge e va applicata e rispettata.



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