Seguendo il filo di Arianna, i carabinieri della stazione di Leverano sono riusciti a scoprire che dietro al misterioso incendio di alcune automobili si nascondeva una storia di estorsioni, condita da minacce e intimidazioni. Non è stato facile trovare il bandolo della matassa, ma l’intuito dei militari e la preziosa collaborazione delle vittime che hanno deciso di denunciare quanto erano state costrette a subire hanno permesso di scrivere la parola fine. L’epilogo è un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del tribunale di Lecce, nei confronti di Bruno Guida, 40enne del posto.
L’incubo era iniziato un anno fa, nel 2015, quando Guida aveva cominciato a minacciare la ex moglie e l’ex socio con i quali aveva creato una società. I due però avevano deciso di ritirarsi, cedendo le proprie quote al 40enne per circa 20mila euro. È stato in questo momento, secondo la ricostruzione dei carabinieri, che sarebbe scattata la sua indole criminale. Non solo non avrebbe onorato i suoi debiti, ma avrebbe ripetutamente intimato ai suoi ex soci di non chiedergli più il denaro. Le parole sono diventate fatti quando a febbraio del 2016, in due circostanze diverse, le auto delle due vittime hanno improvvisamente preso fuoco. Come se non bastasse, il 40enne ha speronato l’ex socio che si trovava a bordo di una macchina, accompagnando il gesto – fortunatamente senza conseguenze – con numerose minacce di morte.
La sua furia non si era fermata nemmeno quando i due si sono rivolti ad un legale, tant’è che in un faccia a faccia con l’avvocato era arrivato persino a minacciare di dar fuoco all’intero studio legale, se non avesse convinto i suoi assistiti dall’intento di perseguirlo penalmente.
Non è finita qui, le indagini hanno permesso di scoprire altre “condotte criminali” del quarantenne, altri episodi su cui gli inquirenti stanno ancora ultimando le indagini. La pericolosità di Giudo e le prove raccolte a suo carico sarebbero bastate ai carabinieri a motivare il provvedimento di custodia cautela.
