Convinse un suo concittadino ad inscenare un finto incidente stradale per saldare un debito ed un assicuratore di Nardò è stato condannato a 4 anni di reclusione.
La Prima Sezione Collegiale del Tribunale di Lecce (Presidente Gabriele Perna, a latere Francesca Mariano) ha ritenuto il 47enne G. C. colpevole del reato di usura. In precedenza, durante la discussione in aula, il pubblico ministero Emilio Arnesano aveva chiesto la condanna alla pena di anni 4 e 8 mesi.
Secondo l'accusa, G.C. avrebbe indotto la sua presunta vittima di usura a rendersi protagonista di un sinistro stradale "fasullo". Questa "messinscena" avrebbe permesso ad un uomo di Nardò di 43 anni, suo amico, attraverso i soldi che gli avrebbe concesso la Compagnia per mezzo del premio assicurativo, di "onorare" un debito finanziario.
Il Sostituto Procuratore Giuseppe Capoccia, titolare dell'inchiesta, sosteneva che tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009, l'assicuratore avesse prestato più di 10.000 euro ad un ex agente di commercio del posto. Le indagini avrebbero accertato due distinte tranche di prestiti. La prima, da 4mila euro, risalirebbe all’ottobre del 2008 ed in cambio G.C. avrebbe preteso il rilascio di due assegni bancari di 2.800 euro ciascuno con scadenza rispettivamente di trenta e sessanta giorni.
Il tasso d'interesse applicato era elevatissimo, raggiungendo il 324% annuo. Il secondo prestito "a strozzo" da 7mila euro è dell'inizio di gennaio del 2009. Anche in questo caso, l'amico 43enne avrebbe dovuto contraccambiare il favore, con il versamento di diciotto "effetti cambiari" del valore di 600 euro ciascuno, con l'applicazione di un tasso d'interesse del 68,56%.
L'agente di commercio impossibilitato a pagare tali cifre avrebbe accettato di partecipare al "piano" del finto incidente stradale. Una volta messo in atto, G.C. si sarebbe fatto consegnare dall'agente di commercio, tre assegni emessi da una compagnia di assicurazioni, come risarcimento del danno, ad ottobre, novembre e dicembre del 2009. L'uomo avrebbe così saldato il debito con il presunto usuraio.
Fino a gennaio del 2011, il 43enne non ebbe più contatti con G.C., in realtà, quegli effetti cambiari come garanzia del pagamento del debito, non gli sarebbero stati restituiti. A quel punto, l'ex agente di commercio, grazie anche al consiglio di un amico carabiniere, si convinse a denunciare l'intera vicenda, presso il comando dei carabinieri di Lecce. L'imputato venne rinviato a giudizio nell'aprile di tre anni fa dal gup Antonia Martalò. G. C. è assistito dagli avvocati Lucio Calabrese e Giuseppe Bonsegna. Invece, la presunta vittima di usura è difesa dall'avvocato Giovanni Colomba.
