Infermiera aggredita al Pronto Soccorso di Copertino. I Cobas replicano a Mellone

Le associazioni sindacali, nella replica al Direttore Generale della Asl, portano a conoscenza alcuni dati del Pronto Soccorso dell’ospedale per fotografare le condizioni nelle quali si lavora

Ieri la notizia dell’aggressione subita, presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Copertino, subita da un’infermiera impegnata nella procedura di triage nella giornata di domenica, seguita dalla precisazione del Direttore Generale della Asl, Valdo Mellone, rivolta ai Cobas, nella quale specificava che “Pur convenendo sulla valutazione che il Pronto Soccorso di Copertino, come tutte le strutture aziendali, sia in oggettiva carenza di personale rispetto ai dati numerici di afflusso  riteniamo infondata e pretestuosa la sortita dei Cobas che parla di catastrofica situazione, carenze di sicurezza, linciaggio dell'operatore di servizio ed altre simili ed incongrue espressioni, utili solo a creare ingiustificato allarme nei cittadini ed offesa ad un servizio assolutamente all'altezza della situazione, grazie agli sforzi dell'Azienda ed alla capacità degli operatori”.  

Precisazione che non sono molto piaciute ai sindacati che proprio non ci stanno ad essere dipinti come chi, con le proprie dichiarazioni, crea allarmismo ingiustificato e, con una nota stampa, oggi replicano alla Direzione Generale.

«Apprendiamo con piacere, che l’avvocato Aldo Mellone esiste e finalmente  riesce a spendere un po’ del suo tempo a leggere le nostre note, ma soprattutto, riesce anche rispondere», si legge nel comunicato diffuso agli organi di stampa.

«Certo avremmo preferito un faccia a faccia ma ci rendiamo conto che è molto più piacevole confrontarsi con organizzazioni servili e addomesticate, anziché con chi ti ribalta in faccia l’atroce quotidianità da cui si cerca in tutti i modi di sfuggire.

Da Avvocato ha strutturato una arringa con cui cerca di distrarre l’attenzione di chi legge dal vero problema, ossia le strutture sottodimensionate per le proprie finalità, all’allarmismo ingiustificato dei COBAS con cui, però, “conviene, sulla valutazione che il Pronto Soccorso di Copertino, sia in oggettiva carenza di personale rispetto ai dati numerici di afflusso”.
A questo punto – si prosegue – vorremmo controbattere la sua arringa in cui con efficaci giri di parole ha cercato di rendere Noi rei di offese ad un servizio che evidentemente stiamo invece difendendo con i denti.

In nessun punto della nostra nota si parla di paziente in attesa di prestazione  sanitaria, ma evidentemente è un Suo refuso inconscio. Excusatio non petita, accusatio manifesta.

Se il termine catastrofica le è stato indigesto provocandole sensazioni sgradevoli, proviamo a trasformarlo in dati: 100 prestazioni al giorno sono 4 per ora e se solo minimamente avesse idea di che cosa ciò possa comportare a livello organizzativo in una Unità Operativa quantomeno userebbe i termini “allarmistica” o “drammatica”; termini che, per puro caso, sono sinonimi di “catastrofica”.

Se in Pronto Soccorso non ci fosse alcun pericolo, per quale motivo è prevista la presenza della vigilanza privata nelle ore notturne; potrebbe utilizzare quei denari per altro personale, visto che conviene sulla carenza? Purtroppo il pericolo esiste e, ribadiamo, la presenza della vigilanza privata è necessaria per 24 ore al di.

Dove afferma che “un cittadino …… ha dato in escandescenze verbali ed è
stato prontamente fermato ed identificato dai Carabinieri della locale Stazione”  completa la sua opera forense di difesa a tutti i costi del Suo operato; mi spiego:
a) Senza voler denigrare le Forze dell’Ordine, la Caserma è dall’altra parte del paese e il tele-trasporto non esiste.
b) Il resto del personale è intervenuto, per fortuna, a difesa dell’operatore bersaglio delle “escandescenze verbali” del cittadino poi fermato e identificato dai Carabinieri.
c) I locali del Pronto Soccorso sono dotati di telecamere, quindi potrebbe dare uno sguardo alle “escandescenze verbali”.

Lei Avvocato ha creato una verità processuale che, come spesso accade, non è la verità vera.

Se solo avesse letto tutte le note che in passato Le abbiamo inviato, capirebbe da quale parte stiamo e l’incondizionata solidarietà che giornalmente esprimiamo nei confronti di tutti gli operatori in prima linea della nostra Azienda.

Quello che lei forzosamente ha scritto nella nota diffusa alla Stampa – si conclude – è solo un tentativo di imbonire i cittadini che, purtroppo per Lei, conoscono alla perfezione le situazioni di tutti i Pronto Soccorso dell’Azienda».