Le proteste non fermano le motoseghe. Abbattuti ‘a sorpresa’ 45 ulivi a Oria

Un vasto dispiegamento di forze dell’ordine sta presidiando a Oria la contrada dove sono in corso le eradicazioni degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa. Dovrebbero essere solo 45 le piante che saranno abbattute. Sul posto anche i proprietari di alcuni terreni.

Un film drammatico, purtroppo già visto. Un copione che si è ripetuto anche questa mattina con tanto di ‘effetto sorpresa’. Già, perché nessuno, ma proprio nessuno, si aspettava che alle prime luci dell’alba le motoseghe sarebbero tornate a Oria, in contrada Frascata per abbattere gli ulivi ‘malati’. Esattamente lì dove il 13 aprile scorso andò in scena quello che fu vissuto – non solo dai presenti in lacrime – come un dramma quando tra le urla furono buttati giù i primi alberi.
 
Un piccolo spiegamento di forze è sceso in campo per impedire qualunque interferenza: uomini dei carabinieri, della polizia di stato e della Forestale hanno bloccato tutti gli ingressi alla provinciale Oria-Carosino, in entrambe le direzioni, i piccoli accessi ai terreni e persino alle abitazioni dei privati che avrebbero potuto consentire ai manifestanti di raggiungere gli uomini dell'Agenzia regionale inviati dal commissario straordinario. Il tanto contestato piano Silletti per fermare l’avanzare della Xylella fastidiosa, il batterio killer che non ha risparmiato nemmeno le piante secolari che hanno resistito al tempo e alle intemperie, deve andare avanti. Non ci sono se, ma né proteste che tengano. Per questo forse si è scelto di entrare in azione quando nessuno poteva immaginarselo, quando il sole aveva appena iniziato a fare capolino.
 
Eppure non è bastato a fermare gli ‘ambientalisti’ che – lanciato l’allarme via facebook e cellulare – si sono dati appuntamento per tentare di impedire, come già accaduto, la mattanza degli esemplari considerati come un patrimonio di inestimabile valore da proteggere a tutti i costi. Lamentele sono arrivate anche dai proprietari di alcuni terreni. Nulla è servito, il rumore dei mezzi ha inequivocabilmente fatto capire a tutti che per gli ulivi non c’era più scampo. Sul posto anche il primo cittadino di Oria, l’unico che è riuscito a superare il cordone delle forze dell’ordine e raggiungere il vicecommissario inviato a presidiare i campi. «Ho avuto difficoltà anche io ad arrivare fino a lì – ha dichiarato il Sindaco, Cosimo Ferretti – ci sono posti di blocco dappertutto, mi hanno chiamato alle cinque per dirmi che avevano ricevuto l'ordinanza. Siamo disarmati, 45 piante soltanto dicono, me lo hanno garantito. Mi auguro che sia davvero così».  
 
Questa, forse, è la paura più grande. Le  direttive dell'Europa dicono altro e impongono la rimozione e distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti (a prescindere dal loro stato di salute) in un raggio di 100 metri lungo i 20 chilometri dei terreni al confine fra Brindisi e Taranto.



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