Minacce di morte al testimone chiave dell’affaire case popolari. Pronto soccorso dei Poveri: “Il Prefetto dia una scorta”

Ad intervenire in difesa di Pietro Scatigna e della sua famiglia è l’Associazione presieduta da Tommaso Prima, che si rivolge al Prefetto di Lecce.

Ad essere stato minacciato più volte è l’uomo che denunciò il sistema, il testimone chiave Piero Scatigna, al centro dell’affaire delle case popolari. Solo ieri, l’uomo, che fu pestato e minacciato di morte, per aver denunciato il sistema illegale, è stato sentito nell’aula bunker di Borgo San Nicola.

E a scendere in campo in difesa dell’uomo è Pronto Soccorso dei Poveri, presieduto da Tommaso Prima, che invoca la possibilità di mettere Scatigna e la sua famiglia sotto scorta.

Solo ieri si è dato via all’ascolto dei testimoni, dopo una prima udienza fissata per il 13 maggio ma poi rinviata a causa di minacce ricevute da parte del testimone chiave appena qualche ora prima, minacce pervenute tramite l’ex moglie dell’uomo circa un destino “già segnato”.

E proprio nell’udienza della giornata scorsa Scatigna ha ricostruito con dovizia di particolari l’episodio che in passato lo avrebbe visto vittima di un violento pestaggio, costringendo lui e la sua famiglia ad abbandonare Lecce.

L’Associazione Pronto Soccorso dei Poveri si rivolge direttamente al Prefetto di Lecce affinché “dia subito una scorta a Pietro Scatigna”, si legge sul profilo Facebook del Presidente Tommaso Prima. “Il testimone chiave del processo penale che si è aperto in questi giorni, riguardante lo scandalo delle case popolari di Lecce, il Sig. Scatigna, proprio di recente ha dichiarato di essere stato oggetto di minacce di morte anche in quest’ultimo periodo”.

“Pertanto, chiediamo che Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza della Prefettura prenda seriamente in considerazione la possibilità di mettere il Sig. Pietro e la sua famiglia sotto protezione”.



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