Rinviata a venerdì prossimo, la discussione innanzi al Riesame sulla posizione di Attilio Monosi indagato in merito al presunto maxi raggiro per ottenere contributi ed agevolazioni, attraverso i fondi pubblici destinati all'Associazione Antiracket Salento.
I giudici dovranno dunque decidere se confermare la misura interdittiva per 1 anno nei confronti dell'assessore al bilancio dimissionario di Palazzo Carafa, ma eletto nuovamente a ‘Palazzo Carafa’. La discussione in aula riguarderà i ricorsi presentati dalla difesa e dalla pubblica accusa che avevano impugnato l'ordinanza del gip Giovanni Gallo.
Attilio Monosi 45enne di Lecce è indagato per truffa aggravata, peculato e falso materiale.
Nella giornata di venerdì (la discussione era prevista per oggi) innalzi ai giudici del Riesame (Presidente Silvio Piccinno, a latere Maria Pia Verderosa e Antonio Gatto) prenderanno la parola sia i legali del politico salentino che la Procura. Infatti, si discuterà il ricorso presentato dagli avvocati Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella per il 45enne di Lecce. I legali chiedono l'annullamento dell'ordinanza del gip che dispone la misura interdittiva per 1 anno dai pubblici uffici. Ricordiamo infatti che il giudice aveva respinto la richiesta di revoca della misura cautelare per Monosi e in seguito, la difesa ha impugnato l'ordinanza innanzi al Riesame.
Inoltre, sempre nella giornata di venerdì innanzi agli stessi giudici, si terrà la requisitoria dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci. La Procura ha infatti a sua volta proposto Appello avverso l'ordinanza del gip, chiedendo l'applicazione della misura cautelare nei confronti del politico leccese, anche per l'accusa di peculato. I pm invocano, infatti, per Monosi l'applicazione degli arresti domiciliari (inizialmente era stata richiesta al gip la misura carceraria ).
L'accusa fa riferimento alle opere infrastrutturali effettuate tra febbraio e marzo del 2013 presso lo sportello Antiracket di Lecce, in esecuzione dell'appalto aggiudicato a firma di Giuseppe Naccarelli. Il progetto venne approvato in attuazione di una convenzione sottoscritta con l'Ufficio Straordinario del Governo per le iniziative Antiracket (grazie ad un finanziamento con i fondi PON ), nonostante nella determina dirigenziale fosse escluso che la spesa relativa a tali lavori potesse transitare nel bilancio dell'amministrazione comunale, ed essere invece liquidata alla ditta esecutrice. Egli, secondo l'accusa, si sarebbe dimostrato pronto ad intervenire in prima persona, per risolvere tutti gli eventuali ostacoli della pratica "Saracino". Anche attraverso la "sistemazione" di atti come quelli relativi alla fideiussione che necessitava di una autenticazione postuma. In un'intercettazione telefonica tra Gorgoni e Monosi, quest'ultimo fa riferimento alla problematica sorta con i fondi erogati illegittimamente dal Comune di Lecce all'imprenditore, per i lavori presso l'associazione Antiracket Salento.
Attilio Monosi ha spiegato ogni aspetto della vicenda nel corso di un ora e mezza d'interrogatorio di garanzia. Il commercialista leccese ha risposto alle domande del gip Giovanni Gallo e chiarito la propria posizione sui presunti fondi erogati illegittimamente dal Comune di Lecce all'imprenditore Saracino, per i lavori di ristrutturazione presso l'associazione Antiracket Salento. Anzitutto, ha riferito al giudice che il primo pagamento non dipese da lui. In effetti dall'ordinanza "non emerge la prova che il Monosi fosse a conoscenza dell'avvenuto pagamento indebito da parte del Comune di Lecce in favore del Saracino”. Successivamente Monosi viene a conoscenza del fatto ed ha sottolineato di essersi adoperato per recuperare il versamento.
