Un presunto caso di "colpa medica" si conclude con l'assoluzione di tutti gli imputati.
Il giudice Sergio Tosi della prima sezione monocratica ha ritenuto non colpevoli "perché il fatto non sussiste": Antonio Lagna, 72 anni primario della clinica "San Francesco" di Galatina; l’aiuto chirurgo Pierpaolo Russo 51 anni di Merine; l’anestesista Luigi Manfreda, 73 anni di Monteroni; il cardiologo Giovanni Sansò, 73 anni di Maglie; il medico di turno Valentina Scrimieri 38ennedi Noha (frazione di Galatina).
Tutti gli imputati rispondevano dell'accusa di omicidio colposo per la morte di Mario Antico, 73enne, imprenditore di Nardò deceduto in seguito ad un intervento chirurgico il 7settembre del 2010.Il pm, in precedenza, ha chiesto la condanna ad 1 anno e 2 mesi per Lagna, Russo e Manfreda, 9 mesi per Sansò e l'assoluzione della Scrimieri.
I familiari della vittima sporsero denuncia. Questi assistiti dagli avvocati Giuseppe Terragno e Lorenzo Rizzello sono stati già risarciti.
L'imprenditore neretino venne ricoverato presso la clinica di Galatina, per una "calcolosi della colecisti". Secondo l’accusa, i camici bianchi avrebbero deciso di procedere il giorno successivo con l’intervento chirurgico di colecistectomia sul paziente, ma senza approfondire il rischio cardiologico. Dopo circa un ora e mezzo dall'intervento, il paziente morì nonostante i tentativi di rianimarlo durati mezz'ora, ma giudicati dall'accusa "intempestivi" e "inadeguati". Infatti, sostiene il pm, il 73enne non sarebbe stato assistito adeguatamente nella fase post-operatoria, come richiesto in caso di pazienti con le sue stesse patologie. Ritiene l'accusa, che se il paziente fosse stato condotto, dopo l’operazione, in ambiente di terapia subintensiva sarebbe stato possibile intervenire tempestivamente con adeguate cure. Invece, al termine dell'intervento Antico venne ricondotto in corsia.
Inizialmente, il sostituto procuratore Donatina Buffelli dispose una prima consulenza medica, all'esito della quale chiese l’archiviazione del procedimento. In seguito, gli avvocati della parte offesa presentarono opposizione all'archiviazione. Il gip accolse la richiesta ed il giudice Annalisa De Benedictis dispose l'imputazione coatta dei medici. Il pm istruì nuove indagini, disponendo una nuova consulenza. Nell'aprile di tre anni fa, il gup Simona Panzera, ha disposto il rinvio a giudizio dei cinque "camici bianchi".
Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Viola Messa, Luigi Covella, Donato Mellone e Stefano Chiriatti. I legali hanno chiesto l'assoluzione dei medici, sostenendo come l'intervento chirurgico fosse necessario. Il paziente era stato ricoverato ad agosto del 2010, ma circa un mese dopo, le sue condizioni erano peggiorate e bisognava operarlo.
