I militari della Guardia Costiera e del R.O.AN. della Guardia di Finanza di Bari – Sezione Operativa Navale di Taranto, hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone, specializzate nella pesca di frodo mediante l’impiego di ordigni esplosivi.
L’avvio delle indagini
L’operazione, denominata “Tritone”, eseguita questa stamattina, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto e coordinata dalla Procura della Repubblica ionica, scaturisce dal rinvenimento e sequestro di 7 kg di materiale esplosivo del tipo ANFO (Nitrato di Ammonio) e di alcuni pezzi di tritolo, nelle adiacenze della banchina di ormeggio dei pescherecci nella città vecchia di Taranto.
Sono pertanto state attivate le indagini, anche tecniche, eseguite, a partire dal mese di novembre 2018, dalle Fiamme Gialle e dalla Capitaneria di Taranto, che hanno consentito di ricostruire nel dettaglio l’attenta e complessa organizzazione finalizzata all’esercizio della pesca illecita con l’utilizzo di esplosivi, nei mari del capoluogo ionico, ricchi di biodiversità da tutelare.
Il sequestro del pescato
A sostegno delle tesi degli investigatori, nel corso delle indagini, durate circa cinque mesi, sono stati sequestrati cospicui quantitativi di pesce pescato illegalmente, la cui origine criminosa è stata, di volta in volta, confermata dal personale medico del Servizio Veterinario dell’ASL di Taranto.
Le contestazioni degli inquirenti
Ai destinatari delle misure cautelari, vengono attribuiti “ecoreati”, in particolare i delitti di “inquinamento ambientale” e “disastro ambientale”, per aver alterato in modo significativo e misurabile l’equilibrio di un ecosistema ricco e complesso come il Mar Piccolo di Taranto e della sua biodiversità, come certificato in passato, all’esito di studi specifici, dall’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero/CNR del posto. Inoltre a carico di uno solo degli indagati è ipotizzato il reato di spaccio di sostanza stupefacente perché trovato in possesso di droga nel corso delle operazioni.
Sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Taranto, i militari della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera di Taranto, hanno inferto un duro colpo a un’organizzazione specializzata nei cosiddetti “Green Crimes”, a tutela tanto del patrimonio naturalistico e faunistico quanto degli peratori del settore della pesca onesti o, messi costantemente in crisi da quanti, operando nell’illegalità, finiscono con l’alterare le regole e l’equilibrio del mercato.