Il Tar “bacchetta” la Prefettura, illegittima la revoca della licenza per la fabbrica di fuochi esplosa ad Arnesano

Già il 16 giugno scorso i giudici avevano accolto le tesi degli avvocati Pietro e Antonio Quinto, sospendendo il provvedimento. Con l’ordinanza di ieri hanno giudicato illegittimo anche il secondo fermo.  

Il Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce è tornato ad occuparsi della vicenda dell’esplosione del novembre scorso nella fabbrica dei fuochi d’artificio Cosma di Arnesano che costò la vita del figlio del titolare e di un altro dipendente, bacchettando per la seconda volta la Prefettura e giudicando non corretta la revoca della licenza di fabbricazione e vendita.

Già dopo l’incidente, parallelamente all’inchiesta penale sulle cause dell’episodio, il Prefetto aveva disposto la revoca della licenza e la cessazione dell’attività per presunte responsabilità del titolare.

Quest’ultimo, assistito dagli avvocati Pietro e Antonio Quinto aveva impugnato il provvedimento contestando i rilievi sulla dinamica dell’incidente e sulle asserite irregolarità all’interno dell’area della fabbrica.

Una prima ordinanza

Con ordinanza del 16 maggio i giudici di “Via Rubichi”, accogliendo il ricorso, avevano sospeso il provvedimento prefettizio per mancanza di una adeguata motivazione che giustificasse l’adozione della drastica misura della revoca, evidenziando l’erroneità delle contestazioni che erano state mosse.

Secondo quanto ricostruito nel giudizio al TAR, l’incidente si verificò in una zona periferica dell’area di pertinenza della fabbrica dove era collocata una piccola tettoia e dove si effettuava l’asciugatura naturale dei semilavorati; inoltre, il personale addetto era stato impiegato nel rispetto della normativa di settore.

L’esplosione era stata generata da una imprevista combustione dei materiali e non aveva investito la fabbrica proprio perché verificatasi in una zona aperta ai margini dell’area di produzione.

Adottato un nuovo provvedimento dalla Prefettura

Dopo la sospensiva la Prefettura, anziché recepire i rilievi dei Giudici amministrativi, ha adottato un nuovo provvedimento di revoca, che – come è facile immaginare – ha avuto il sapore della beffa per l’imprenditore, la cui attività è paralizzata fin dal giorno dell’incidente.

Contro il nuovo atto è stato proposto un nuovo ricorso dello studio Quinto. Ancora una volta, con ordinanza il TAR (Pres. D’Arpe, est. Abbate) è intervenuto giudicando illegittimo l’operato degli organi prefettizi e sospendendo il provvedimento.

In particolare, i Giudici leccesi, accogliendo le argomentazioni difensive, hanno evidenziato che il ritiro della licenza è una misura abnorme tenuto conto che le lavorazioni eseguite nel sito dell’incidente fossero corrette e che non sia possibile ipotizzare ulteriori elementi di responsabilità a carico del titolare per la tragica morte dei due operai.

Il TAR ha invitato la Prefettura ad un immediato e adeguato riesame della pratica sulla base degli accertamenti emersi nel giudizio.



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