Arriva il proscioglimento per un 63enne di Copertino, accusato di aver picchiato la figlia per ben otto anni, fin da quando lei era minorenne ed aveva appena dieci anni.
Il gup Marcello Rizzo, al termine dell’udienza preliminare di ieri, ha accolto la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Salvatore Rondine ed ha emesso una sentenza di non luogo a procedere. Il legale dell’imputato, ha evidenziato in sede di discussione, tra le altre cose, come vi sia stata la remissione di querela.
Il giudice, infatti, non ha dato seguito alla richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal pm Erika Masetti, per l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia.
Gli episodi contestati dalla Procura si sarebbero verificati dal 2015 fino al 2023 e le indagini sono state condotte dai carabinieri della Tenenza di Copertino, a seguito della denuncia della figlia, ormai maggiorenne. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe ripetutamente picchiato, minacciato e insultato la figlia (oggi ventenne), che all’epoca dei fatti era una bambina.
Secondo l’accusa, l’uomo, in più occasioni, avrebbe aggredito fisicamente la ragazza con pugni, morsi e schiaffi. Non solo, anche verbalmente con frasi del tipo «ti uccido con le mani mie, non fa niente che vado in carcere, ti metto sulla sedia a rotelle». Ed il 4 ottobre di due anni fa, la figlia venne aggredita per non aver lavato i piatti. Il padre avrebbe anzitutto inveito contro di lei per poi scaraventare le stoviglie nella cameretta. E non si sarebbe fermato, poiché secondo l’accusa, la colpiva al volto e le stringeva le mani intorno alla gola.
L’accusa di maltrattamenti è caduta già durante l’udienza preliminare di ieri.
