I giudici del processo “Case Popolari”: sì alle intercettazioni tra Luca Pasqualini e Roberto Marti

È quanto stabilito oggi, dai giudici della seconda sezione collegiale, nella seconda udienza tenutasi presso l’Aula Bunker di Borgo San Nicola.

Le telefonate intercettate in cui dialogano Roberto Marti e Luca Pasqualini sono utilizzabili nel corso del processo in cui quest’ultimo compare sul banco degli imputati. È quanto stabilito oggi, dai giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Pietro Baffa, a latere Bianca Todaro e Silvia Saracino), nella seconda udienza tenutasi presso l’Aula Bunker di Borgo San Nicola.

Il collegio ha difatti rigettato l’istanza degli avvocati Giuseppe Corleto e Stefano De Francesco che chiedeva l’inutilizzabilita di tali conversazioni. La difesa si è opposta alla loro trascrizione, poiché sono da ritenersi “indirette” (disposte su utenze o luoghi nella disponibilità di terzi, ma che mirano comunque a captare le conversazioni e le comunicazioni di un membro del Parlamento). Inoltre, i legali ritengono che non sono casuali e fortuite, poiché intercorse con interlocutori abituali del senatore Marti.

Nei mesi scorsi, anche il gip Giovanni Gallo si era espresso sulla questione, sostenendo che le conversazioni tra Roberto Marti e Luca Pasqualini fossero occasionali e fortuite, in linea con quanto sostenuto dalla Procura. Nelle scorse ore, occorre ricordare, la Camera dei Deputati ha dichiarato la propria “incompetenza” sulla questione, indicando nel Senato l’organismo idoneo a trattare la spinosa questione. Dunque, a breve, gli atti verranno restituiti al gip.

Sotto la lente d’ingrandimento della Procura era finita la vicenda del pagamento dell’alloggio presso un B&B e poi lassegnazione di un immobile confiscato alla mafia. Destinatario di questo “trattamento di favore” il fratello di un boss. La finalità sarebbe stata quella di fidelizzare il bacino elettorale di Luca Pasqualini, ritenuto il delfino di Roberto Marti.

I pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci, inoltre, sempre in mattinata, hanno prodotto un’ulteriore integrazione degli atti d’indagine, accolta dai giudici. Si tratta di alcune intercettazioni risalenti al 2012, già acquisite nel corso del processo Eclissi, in cui si farebbe riferimento ad un possibile appoggio elettorale fornito dal clan Briganti al candidato Luca Pasqualini.

Anche in questo caso la difesa di Pasqualini si è opposta ritenendole “datate” e già confluite in un altro processo.

Il dibattimento è stato aggiornato al 13 maggio, quando inizierà l’ascolto dei primi testimoni.

Gli imputati

Sul banco degli imputati (complessivamente 36 persone): Attilio Monosi, 48 anni di Lecce; Luca Pasqualini, 47 anni di Lecce; Antonio Torricelli, 74 anni di Lecce (consiglieri dimissionari di Palazzo Carafa), Damiano D’Autilia, 41enne; Nunzia Brandi, 71enne. E ancora gli ex dirigenti comunali Pasquale Gorgoni, 63enne di Lecce e Giuseppe Naccarelli, 49enne di Lecce.

Monosi, Torricelli e Gorgoni sono a piede libero dopo l’ultimo pronunciamento del Riesame. Il solo Pasqualini si trova tuttora agli arresti domiciliari.

Poi, risultano imputati anche i dirigenti e funzionari dell’ufficio casa (all’epoca dei fatti) e numerosi residenti del Quartiere Stadio.



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