Le carte sequestrate all’ex assessore del Comune di Lecce, Luca Pasqualini, durante la perquisizione nell’ambito dell’inchiesta sulle case popolari, confluiscono nel processo sul chiosco-bar “Il Molo” di San Cataldo.
Nell’udienza che si è celebrata nelle scorse ore davanti ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa) è stata rigettata l’istanza della difesa che si è opposta all’acquisizione di tale documentazione, prodotta dal pubblico ministero Massimiliano Carducci.
Le suddette carte (si faceva riferimento a scontrini e fatture relative al bar “Il Molo”) vennero sequestrate la mattina del 7 settembre del 2018 dai finanzieri che notificarono l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, all’ex assessore Pasqualini (successivamente revocata). In seguito, l’avvocato difensore Giuseppe Corleto presentò ricorso al Tribunale del Riesame ed alla Corte di Cassazione per chiedere il dissequestro, ma l’istanza venne rigettata.
I giudici hanno respinto, invece, la richiesta del pm di acquisire alcune intercettazioni captate nell’ambito dell’inchiesta sulle case popolari che farebbero riferimento alla vicenda del noto bar di San Cataldo.
Ricordiamo che, nei mesi scorsi, il gup Marcello Rizzo, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio Luca Pasqualini, in qualità di amministratore di fatto della L.G. srl e considerato titolare di fatto del chiosco-bar (finito sotto sequestro nell’ottobre del 2018) e altre otto persone.
Rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: abuso d’ufficio, falsità ideologica, corruzione, truffa aggravata, deturpamento di bellezze naturali, lottizzazione abusiva.
Sono difesi dagli avvocati: Luigi Rella, Antonio Quinto, Francesco Galluccio Mezio, Michele Laforgia e potranno dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento.
Nella prossima udienza, intanto, proseguirà l’ascolto dei testi della pubblica accusa.
