Accoltellò la cognata durante una lite con il fratello, a processo per tentato omicidio

Oronzo Vivenzio risponde dell’accusa di tentato omicidio. L’episodio si è verificato il 22 gennaio scorso nei pressi di una stazione di servizio.

Avrebbe accoltellato la cognata, intervenuta per sedare la lite tra due fratelli di Nardò, a causa di un’eredità contesa.

Dovrà presentarsi il 7 maggio prossimo dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale per l’inizio del processo. In precedenza l’avvocato Gianpiero Geusa, legale dell’imputato, ha avanzato richiesta di abbreviato “condizionato” all’ascolto di alcuni testimoni, ma il giudice ha rigettato l’istanza. Sempre in mattinata, il fratello e la cognata si sono costituiti parte civile, ripetitivamente con gli avvocati Ezio Maria Tarantino e Vincenzo De Benedittis.

La ricostruzione dell’accaduto

L’episodio si è verificato il 22 gennaio scorso. Una donna si è presentata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Nardò con una ferita di arma da taglio. Impossibile, di fronte a quella scena, non “informare” il locale commissariato che ha inviato sul posto una volante incaricata di far luce sulla vicenda . Che cosa  fosse accaduto è stato chiaro poco dopo.

I due consanguinei stavano discutendo animatamente nei pressi di una stazione di servizio che si affaccia su via XXV Luglio, quando ad un certo punto la situazione è degenerata al punto che il fratello maggiore ha estratto un coltello. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve. La cognata, forse mentre cercava di evitare il peggio, è stata accoltellata all’altezza dell’addome

La donna è stata poi ricoverata, in prognosi riservata, all’Ospedale di Galatina per una ferita da taglio intercostale con interessamento polmonare.

Grazie alle testimonianze raccolte dai carabinieri del commissariato di Nardò, guidati dal comandante Pantaleo Nicolì, è stato possibile ricostruire la dinamica dei fatti.

L’uomo è stato sottoposto a fermo, disposto dal pm Carmen Ruggiero e poi convalidato dal giudice, e condotto in carcere.  Successivamente, Vivenzio ha ottenuto i domiciliari, poiché il gip Antonia Martalò ha accolto l’istanza avanzata dal suo legale.

L’uomo si è sempre difeso, affermando di avere reagito ad un’aggressione subita dal fratello con un casco, ma di non volere uccidere nessuno.