Vigilantes ex Securpol di nuovo sul piede di guerra, sit-in di protesta contro la ASL

Si sono dati appuntamento domani, ai piedi dell’ASL di via Miglietta, i lavoratori ex Securpol per protestare contro i vertici: “non c’è stata pagata la mensilità di marzo”

direzione-generale-asl

Non c’è pace per i vigilantes della Securpol Security, gli uomini in divisa che sorvegliano i plessi sanitari della Asl di via Miglietta. Le guardie tornano in strada, ancora una volta, con un sit-in di protesta contro la Direzione dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecce.

Si daranno appuntamento domani mattina proprio lì, all’ex Opis, per esprimere il loro stato di agitazione. Quando tutto sembrava essersi risolto, ecco che una nuova tegola si abbatte sulla testa dei lavoratori che in questi anni hanno dovuto fare i conti con tante battaglie che non hanno certo reso più sereno lo svolgimento del delicato impegno quotidiano.

I lavoratori avanzano ancora la mensilità del mese di marzo che in busta paga dovrebbe essere “appesantita” dal Trattamento di Fine Rapporto che Securpol deve loro e da tante altre voci come riposi non effettuati, festività non godute e straordinari vari.

Securpol però, ha già scritto a ciascuno di loro dicendo apertamente che non sarà lei a riconoscere quelle somme, poiché essendo la società creditrice nei confronti della Asl di una “cifra sostanziosa” sarebbe il caso che sia la stessa azienda a girare ai dipendenti quanto dovuto.

Ma se l’Azienda Sanitaria Locale in più di una circostanza, a quanto raccontano i sindacati, avrebbe accettato di sostituirsi a Securpol per dare ai dipendenti ciò che è a loro dovuto, in realtà poi non si è ancora mosso nulla.

Lentezze burocratiche? Difficoltà o impossibilità sopraggiunte per sostituirsi a Securpol? Altre problematiche ancora? I dipendenti, ad oggi, non hanno ricevuto quanto avrebbero dovuto ricevere e il silenzio dei vertici di via Miglietta ha fatto sì che le rappresentanze sindacali decretassero lo stato di agitazione, indicendo un sit-in di protesta.

Si badi bene che non si tratta di sciopero, visto che i lavatori non protestano contro l’azienda di cui sono dipendenti, completamente estranea alla vicenda, ma si tratta a tutti gli effetti una dura presa di posizione dal momento che quella mensilità, insieme al TFR, farebbe comodo in un momento particolare come questo mentre ancora non si vede la luce in fondo al tunnel.



In questo articolo: