I Militari della Guardia Costiera di Gallipoli e dell’Ufficio Locale Marittimo di S. Cataldo hanno, in corso da questa mattina, svolto attività finalizzate a dare esecuzione al provvedimento di sequestro emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce – Dott. Michele Toriello su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica – Dott. Roberta Licci e relativo ad uno stabilimento balneare di circa 300 metri quadrati insistente in località “Le Fontanelle” del Comune di Vernole.
Tale provvedimento è scaturito da alcuni accertamenti condotti nell’anno 2017 dalla locale Guardia Costiera che avevano consentito di ipotizzare “che nelle fasi di realizzazione di tale struttura balneare fossero avvenute diverse violazioni alle norme demaniali, urbanistiche e paesaggistico ambientali”, riferiscono i militari costieri in una nota stampa.
In particolare, sarebbe stato accertato – si legge in un comunicato della Guardia Costiera – “che era stata variata sia la posizione e che la consistenza delle superfici coperte in assenza delle previste autorizzazioni urbanistiche, erano stati effettuati degli ampliamenti al locale bar rispetto alla superficie originariamente autorizzata, erano state occupate ma non autorizzate ulteriori superfici demaniali marittime rispetto a quelle assentite in concessione per ulteriori circa 120 metri quadrati mediante la posa in opera di alcune pedane in legno esterne alla struttura ed infine non era stata rispettata la prescrizione paesaggistica che prevedeva, durante le fasi realizzative della struttura che venisse tutelato il piede dunale ivi esistente con la realizzazione delle opere ubicate ad una certa distanza, non rispettata, del piede dunale stesso”.

“Tale stabilimento balneare – prosegue la nota – era stato oggetto di lavori di ricostruzione a seguito di un incendio risalente allo scorso anno e nelle fasi realizzative delle strutture, in assenza di titoli abilitativi, sarebbe stato di fatto realizzato un accorpamento delle strutture e la riconfigurazione dei manufatti esistenti con la creazione di una struttura radicalmente diversa per dimensioni, forme e materiali utilizzati rispetto alle planimetrie allegate alla concessione demaniale marittima ed all’autorizzazione paesaggistica”.
Tutte ipotesi alle quali, ovviamente, dovrà venire opposta un’adeguata difesa nelle opportune sedi.
Sulla scorta di tali violazioni ipotizzate, tutta la struttura per una superficie complessiva di circa 300 (trecento) metri quadrati è stata posta sotto sequestro a disposizione della locale Autorità Giudiziaria con affidamento della stessa, in custodia giudiziale al titolare.
