Nella prima udienza del processo su un presunto centro di potere economico-imprenditoriale a Gallipoli, la Procura di Lecce ha preannunciato, con una memoria, di voler sollevare e dunque sostenere la questione dell’incostituzionalità della decisione del governo di abrogare il reato di abuso d’ufficio che viene contestato ad alcuni dei 51 imputati. Nell’inchiesta si faceva riferimento ad una presunta associazione a delinquere con la compiacenza di colletti bianchi, tecnici e pubblici funzionari. Non solo, alcuni soggetti appartenenti alle forze dell’ordine, secondo l’accusa, avrebbero rivelato informazioni coperte da segreto d’ufficio, in cambio di pesce spada, gamberi e biglietti gratis per gli eventi.
E nella giornata di oggi, il pm Alessandro Prontera, sulla scia di quanto già fatto altre Procure italiane, ha anticipato la questione, per la prima volta a Lecce.
Sul banco degli imputati compaiono tra gli altri: l’imprenditore Cesario Faiulo, 57 anni, residente a Casarano; Emanuele Piccinno, 46 anni, di Gallipoli, ex assessore; Angelo Vincenzo Salvatore Fasiello, 69 anni, di Vernole, ex funzionario regionale del servizio di Riforma fondiaria; E poi, i carabinieri Corrado Salvatore, 58enne di Calimera, e Vincenzo Zuccheroso, 53 anni, residente a Parabita.
E ancora, l’architetto Cosimo Giuncato, 63 anni, ex consigliere comunale a Gallipoli e gli imprenditori Ivan Giaccari, 52enne di Porto Cesareo, Vito Antonio Greco, 68 anni di Torre Santa Susanna (Brindisi) e Giovanni Bianco, 64 anni di Cursi. E infine, Franco De Matteis, 70 anni, di Vernole, nelle vesti di funzionario dell’Agenzia delle entrate.
Tutti i suddetti imputati erano stati raggiunti da misura cautelare o interdittiva, poi revocata.
Rispondono, a vario titolo, anche di reati edilizi e contro la pubblica amministrazione, accesso abusivo a sistema informatico.
Il collegio difensivo
Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati: Umberto Leo; Antonio Quinto; Viola Messa; Luigi Corvaglia; Ladislao Massari; Luigi ed Emma Covella; Giuseppe Bonsegna, Antonio De Mauro; Michelangelo Gorgoni; Michele Reale; Massimo Manfreda; Enrico Gargiulo; Luca Laterza, Angelo Ninni; Andrea Sambati; Giuseppe Romano; Giancarlo Sparascio; Silvio Verri; Pompeo De Mitri; Alessandro De Matteis; Giancarlo Zompì che potranno opporsi all’istanza del pm.
Regione Puglia e Ministero dell’Interno si sono costituiti parte civile. La prima è assistita dall’avvocato Daniela Limongelli. Alcuni privati cittadini, invece, hanno citato in giudizio il Comune di Gallipoli come responsabile civile.
La prossima udienza è fissata per il mese di gennaio.
Due i filoni dell’inchiesta. Il primo riguarda il tentativo di mettere le mani sul settore del turismo e dell’edilizia a Gallipoli e ruota attorno alle figure di Cesario Faiulo già legale rappresentante della società che gestiva il lido Zen ed Emanuele Piccinno, in passato assessore al Turismo. Il secondo filone ruota attorno alla figura dell’ex funzionario regionale Angelo Vincenzo Salvatore Fasiello che sarebbe stato l’ideatore dell’illecita strategia legata alla dismissione dei beni – ex Ersap (Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Puglia). Va detto che il 12 settembre dello scorso anno, i militari della Guardia di Finanza di Lecce eseguirono tre arresti domiciliari e una serie di misure interdittive e di sospensione, dopo l’ordinanza del gip Marcello Rizzo.
