Richiesta di dissequestro dell’appartamento ‘a luci rosse’: i difensori del magistrato rinunciano al Riesame

I legali dei due indagati avevano presentato presso il Riesame l’istanza di annullamento dell’ordinanza di sequestro. I difensori hanno però rinunciato alla discussione in aula. La richiesta consente comunque di accedere agli atti e permette di conoscere meglio le carte.

Era fissata per la mattinata la discussione sul sequestro preventivo dell'appartamento "a luci rosse",  ma la difesa del magistrato ha rinunciato al Riesame. I legali, Ladislao Massari e Simona Attolini, nei giorni scorsi avevano depositato il ricorso, avverso l'ordinanza.
  
L'istanza, presentata presso il Tribunale del Riesame, consente comunque di accedere agli atti e permette agli avvocati di conoscere meglio le carte dell'indagine. A seguito del sequestro dell'appartamento nel centro di Lecce, disposto dal gip Vincenzo Brancato, risultano indagati a piede libero per sfruttamento della prostituzione: Giuseppe Caracciolo, un magistrato 59enne, esperto in Diritto Tributario ed in servizio presso la Corte di Cassazione di Roma e la sua compagna – una ex poliziotta originaria di Brindisi in pensione.
  
Il giudice delle indagini preliminari, inoltre, ha disposto l'ascolto delle presunte prostitute a far luce sul giro di prestazioni sessuali a pagamento, ipotizzato dagli inquirenti, nella casa in affitto di un magistrato.
  
L'incidente probatorio è fissato per il 19 luglio, in seguito all'istanza avanzata dal pubblico ministero Maria Vallefuoco. Le tre ragazze rumene che gravitavano nell'appartamento della centralissima Piazza Mazzini saranno interrogate alla presenza di un interprete e verrà acquisita la loro ricostruzione dei fatti. Infatti, secondo l'accusa, non erano dei semplici clienti quelli che frequentavano una “casa vacanze” pubblicizzata su numerosi siti internet. In realtà, si sarebbe trattato di un appartamento a luci rosse, in cui si potevano incontrare giovani ragazze e fruire di prestazioni sessuali di ogni tipo. Nelle prossime ore, gli indagati potrebbero anche chiedere di essere sentititi dal pm Vallefuoco, per chiarire la vicenda, oppure lo stesso pm, ha facoltà di richiederne l'ascolto in Procura.
  
Il fatto che i due indagati fossero al corrente del giro di prostituzione sarebbe, secondo gli inquirenti, dimostrato da alcuni aspetti: innanzitutto il modo in cui era stato diviso l’appartamento. Le stanze del sesso erano separate da quelle in cui viveva la coppia soltanto da una porta interna.  E ancora, all’esterno dell’appartamento o dello stabile non c’era nessuna insegna della ‘casa vacanze’, ma in compenso era stata installata – senza l’autorizzazione degli altri condomini – una telecamera che vigilava l’ingresso dell’appartamento.
  
Ogni settimana, grazie al passaparola che si era creato, nell’abitazione si alternavano lucciole di diversa nazionalità; il ‘prezzo’ richiesto alle ragazze era salatissimo: circa 300/350 euro per una sola stanza. Inoltre, in più di un’occasione il magistrato si sarebbe offerto di andare a prendere lucciole e clienti dall’aeroporto di Brindisi o dalla stazione del capoluogo barocco; oppure accompagnava le ragazze (sempre giovani, ma fortunatamente mai minorenni) nell’appartamento, portando loro le valigie.



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