Il 56enne di Corigliano d’Otranto, accusato di aver nascosto la morte del padre per continuare a riscuotere la pensione, in base agli esiti dell’ultima perizia, sarebbe risultato totalmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti.
Anche se il consulente ha concluso per la sua capacità di stare in giudizio e di affrontare un eventuale processo.
La perizia eseguita dallo psichiatra Elio Serra, depositata in queste ore, era stata disposta dal gup Valeria Fedele, nel corso dell’udienza preliminare che proseguirà il 22 ottobre.
Va detto che Luigi Roberto Caracciolo rischia di finire sotto processo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm Luigi Mastroniani. L’imputato risponde delle accuse di occultamento di cadavere, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebito utilizzo di carte di credito. Intanto Caracciolo è sottoposto dal dicembre scorso, alla misura di sicurezza della libertà vigilata, con ordinanza del gip Angelo Zizzari, e si trova in una Crap (comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica). Difatti, a seguito di perizia della psichiatra Mariangela Pascale, disposta dalla Procura, è risultato parzialmente infermo di mente e incapace di stare in giudizio. Luigi Roberto Caracciolo è assistito dall’avvocato Fabrizio Ruggeri.
Invece, nei mesi scorsi, sono stati depositati gli esiti dell’autopsia, a firma del medico legale Alberto Tortorella. E nessun segno di violenza è emerso sui resti ossei dell’84enne Antonio Caracciolo che è deceduto per cause naturali in un’epoca prossima al mese di settembre del 2021 Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Maglie, coadiuvati dai colleghi della stazione di Corigliano d’Otranto.
Va detto, anche che nei mesi scorsi, Luigi Roberto Caracciolo era stato inizialmente iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio, ma solo per permettere di effettuare tutti gli approfondimenti del caso.
Come ricostruito dal pm nell’avviso di conclusione delle indagini, il 56enne avrebbe occultato il cadavere del padre nel vano cucina, collocandolo tra il tavolo ed il camino vicino alla portafinestra del giardino che veniva lasciata aperta. In particolare, il corpo veniva avvolto da coperte e lenzuola e inserito tra due lettini da spiaggia legati tra loro con corde elastiche e veniva anche acceso un ventilatore davanti al cadavere. Non solo, sempre secondo la Procura, il figlio collocava nel bagno una lampada insetticida, per evitare il proliferare degli insetti.
Come detto, in base alla tesi accusatoria, il 56enne nascondeva la morte del padre per continuare a riscuotere la pensione. In che modo? Anzitutto, senza comunicare il decesso e inducendo in errore l’Inps che continuava ad erogare la somma mensile di 604,10 euro, di cui si appropriava utilizzando la carta intestata al padre e collegata al conto e, come sostiene il pm: “effettuando molteplici prelievi presso gli sportelli bancari di Corigliano d’Otranto, Melpignano e Galatina con un danno per l’Inps pari a circa 10.873 euro”. E l’Inps compare tra le persone offese nel procedimento.
Nei mesi scorsi, invece, si è svolto l’interrogatorio dell’indagato che, assistito dall’avvocato Ruggeri, ha riferito al pm Mastroniani, che il padre Antonio è ancora vivo e si trova in Svizzera.
Il 14 marzo del 2022, i carabinieri hanno rinvenuto un cadavere in stato di decomposizione in un appartamento a Corigliano. E come emerso, dall’esame del Dna si trattava del corpo di Antonio Caracciolo, 84enne del posto, proprietario dell’immobile.